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Cerimonia

Il premio Padre Lino si fa in quattro

Il premio Padre Lino si fa in quattro

26 Maggio 2025, 03:01

Per la quarta volta dal 1998, si è svolta fuori dal contesto dell’Annunziata la cerimonia di consegna del premio Padre Lino, che ogni anno da 1998, viene consegnato dall’associazione Amici di Padre Lino e dall’Avis comunale, a persone che si sono dedicate al prossimo, gratuitamente e in modo umile, potendo accostare il loro percorso di vita all’esempio che Padre Lino, apostolo della carità, ci ha mostrato.

Nella sala convegni Avis di San Pancrazio, risalta sullo schermo, dall’inizio alla fine della serata questa epigrafe: «Non era nato a Parma, eppure, forse mai nessuno come lui seppe conoscere l’animo dei parmigiani. Entrava nelle case di tutti e da tutti riceveva confidenza: non era colto e godeva l’amicizia dei letterati; era povero ed era chiamato nelle case dei ricchi: per i poveri era un fratello, per i disperati una speranza...».

Tante le persone presenti a questo evento e dopo il saluto e benvenuto del presidente dell’Avis comunale, Luca Asinari, segue il saluto di Emore Valdessalici, presidente uscente dell’associazione Amici di Padre Lino, che ne fu anche fra i fondatori nel lontano 1993, sempre presente fino alla celebrazione del centenario della scomparsa del tanto amato Frate, nel 2024, anno in cui tutto il consiglio dell’associazione si è dimesso per lasciare spazio a persone nuove che volessero proseguire il lungo percorso intrapreso da loro.

A seguire, il saluto di Federica Pattini, che esprime il plauso e il ringraziamento per tutto quello che è stato fatto, a nome dei nuovi componenti dell’associazione Amici di Padre Lino, che si propongono di valorizzare la preziosa attività svolta fino ad ora e con molto entusiasmo esprime una forte volontà nel voler trasmettere i valori caritatevoli del Frate venerabile.

Frate Andrea, Guardiano dell’Annunziata evidenzia che Parma è l’unica delle città in cui ha vissuto dove un frate abbia lasciato un segno così importante come Padre Lino, mentre Frate Michele, responsabile della Mensa di Padre Lino, insieme a Frate Giovanni, raccontano quanta soddisfazione si possa avere nel distribuire quotidianamente oltre 140 pasti a persone che non hanno risorse per poter mangiare.

Franco Bonetti, volontario avisino di lungo corso, introduce il senso e il valore di questo premio da parte di chi lo riceve e chi come lui lo ha già ricevuto, «un'emozione enorme - afferma - che va ben oltre quella di qualsiasi altro riconoscimento io abbia mai potuto ricevere». Nonostante Bonetti sia stato nominato anche cavaliere della Repubblica Italiana, il Premio Padre Lino ha un significato diverso e chi lo riceve ne avverte la responsabilità interiore.

Maurizio Vescovi, che ha visto nascere il Premio quando era presidente di Avis comunale, esprime l’accostamento della carità di Padre Lino con quella di Madre Teresa di Calcutta, che nel 1997 attraverso le mani di Padre Sebastian, per anni suo braccio destro, fece dono all’Avis comunale della Lampada della Carità affinché ne mantenesse viva la luce.

Racconta poi l’episodio che ispirò la prima edizione del Premio: un donatore molto conosciuto in città, in seguito a un grave incidente, nel periodo di coma profondo ebbe la visione di Padre Lino che gli portava le sacche di sangue. Al suo risveglio raccontò la visione, senza sapere che le erano già state effettuate diverse trasfusioni.

Ed ecco infine l’assegnazione dei riconoscimenti a quattro persone che tanto si sono prodigate a favore del prossimo e che ne saranno testimoni per sempre: Claudio Mendogni, ex anima e direttore artistico della Corale Verdi, promotore, senza mai voler apparire, di innumerevoli iniziative a favore del mondo del volontariato, sempre disponibile per tutti; Fausto Masin, da tanti anni volontario dell’Avis San Lazzaro, sempre presente anche nelle scuole per educare e diffondere valori fondamentali come l’altruismo e la solidarietà, con spirito umile e silenzioso; Emore Valdessalici, fra i fondatori dell’associazione Amici di Padre Lino, ha ricoperto l’incarico di presidente negli ultimi dodici anni, anche lui sempre disponibile e presente in modo estremamente umile, ma altrettanto prezioso e Gianni Terzi, pioniere dell’Avis San Pancrazio; fin dai primi anni, il suo importante contributo non è mai mancato come un vero punto di riferimento, ma senza volersi mai mettere in evidenza.

La serata, allietata dalle note di Carla They, è stata colma di emozioni e si è conclusa tra abbracci e commozione, con un arrivederci all’anno prossimo e un probabile, ma non scontato, ritorno fra le amate mura dell'Annunziata.

r.c.

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