I COMMENTI
Più ombre che luci. La provincia di Parma non brilla nell'edizione 2025 dell'indagine del Sole 24 Ore sulla «Qualità della vita per le generazioni».
La classifica conferma il nostro territorio nella top ten nazionale nella categoria anziani (over 65), certificando il nono posto. Parma si ferma invece al 25esimo posto per la qualità della vita dei bambini (0-14 anni) – seppur in risalita rispetto allo scorso anno - mentre scivola in 43esima posizione per i giovani (18-35 anni).
Bambini
La classifica dedicata alla qualità della vita dei bambini è l'unica in cui Parma non perde terreno, ma recupera posizioni rispetto al recente passato.
Il nostro territorio si piazza infatti al 25esimo posto, guadagnando dieci posizioni rispetto allo scorso anno e tornando nella zona di classifica occupata nel 2023, quando Parma era al 21esimo posto (pur avendo perso altri nove posti rispetto al 2022).
A livello generale, la classifica vede sul podio la provincia di Lecco seguita da quelle di Siena e Aosta. Caltanisetta chiude in 107ª posizione.
Giovani
Per quanto riguarda i giovani, lo scivolone registrato è piuttosto pesante: Parma perde 22 posizioni con il conseguente arretramento dal 21esimo al 43esimo posto dopo che lo scorso anno, erano state perse altre sei posizioni.
Ad amplificare il tonfo in classifica è anche il fatto che Parma sarà la capitale europea dei giovani nel 2027. Un'occasione che - come sottolineato da diversi amministratori - dovrà essere sfruttata al meglio per rendere la città e il territorio più a misura di giovani e, di conseguenza, risalire anche la classifica del «Sole» andando ad occupare le posizioni più alte.
In Italia le province con le performance migliori sono invece quelle di Gorizia (per il secondo anno consecutivo), inseguita da Bolzano e Cuneo. Ultima è la provincia di Roma.
La curiosità
Una curiosità: nel 2023 la classifica giovani era dominata dalle province emiliano romagnole.
Nell'ordine: Ravenna, Forlì Cesena, Ferrara e Piacenza al quarto posto. Parma, all'epoca 15esima, era fuori dalla top ten.
Anziani
Il discorso cambia quando si passano in rassegna gli indicatori della terza età. Il Parmense, pur perdendo due posti rispetto al 7esimo posto di un anno fa, si conferma nella top ten a livello nazionale. In vetta, nella classifica anziani, ci sono Bolzano, Treviso e Trento. Chiude Trapani.
Le «luci»
Nei quindici indici valutati per ogni classe di età Parma eccelle nella categoria anziani per importo medio delle pensioni di vecchiaia (3°), per la presenza di orti urbani (3°) e per il consumo di farmaci per obesità (7°), mentre nella categoria giovani per contratti a tempo indeterminato (8°), per aree sportive (8°) e per indice di soddisfazione del proprio lavoro (10°).
Bene l'attività sportiva
Per i bambini la provincia di Parma si piazza invece fra le migliori d'Italia per l'attività sportiva (10°), per la spesa sociale per famiglie e minori (16°) e per i servizi per l'infanzia (16°). Dati che spiegano, almeno in parte, la risalita su questo versante della triplice classifica legata alla qualità della vita delle generazioni.
Le «ombre»
Negativi invece, tra gli altri, gli indici relativi ai costi della retta della mensa scolastica (80°), dell'imprenditorialità giovanile (89°), la percezione di insicurezza (78°) degli incidenti stradali notturni (80°), degli infermieri non pediatrici (86°) e delle persone anziane sole (82°).
Le città emiliane
Se Parma non brilla, le altre città emiliano non spiccano certo nella parte alta delle tre classifiche. La vicina Reggio Emilia occupa il 79esimo posto nella classifica dei giovani, il 60esimo in quella dei bambini e il 31esimo per gli anziani. Piacenza è 23esima per quanto riguarda i giovani, 68esima per i bambini e 28esima per gli anziani. A Modena invece al 48esimo posto dei giovani, segue il 27esimo per i bambini e il 32 esimo per gli anziani. Il capoluogo della Regione, Bologna, è 57esima alla voce giovani, 17esima per i bambini e 27esima per gli anziani.
Allargando lo sguardo, l’Alto Adige si distingue per il benessere degli «over» con il più basso consumo di farmaci per malattie croniche, la più elevata spesa sociale per gli anziani, e l’alta incidenza di biblioteche.
Luca Molinari
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