La festa della sezione Aia di Parma
Ci sono due caratteristiche che quanti aspirano a diventare buoni arbitri devono necessariamente «ereditare» dalla figura di Alberto Michelotti. «Una è la professionalità, l'altra è l'equilibrio» afferma Marco Guida, direttore di gara con oltre 200 partite all'attivo in serie A, internazionale dal 2014 e con alle spalle anche l'esperienza degli ultimi Europei in Germania, nel 2024.
Al fischietto di Torre Annunziata, classe 1981, la sezione Aia di Parma ha voluto assegnare la quarta edizione del premio alla memoria di Michelotti, nel corso della tradizionale festa sezionale celebrata all'Hotel San Marco di Ponte Taro.
Guida argomenta così: «Professionalità, quella che Michelotti ha sempre dimostrato, significa affrontare nel miglior modo possibile il percorso arbitrale, tenendo sempre ben presenti i sacrifici compiuti da se stessi e dalle famiglie» ha detto. «Equilibrio vuol dire invece avere il controllo della partita, di ciò che succede in campo e fuori. Professionalità ed equilibrio sono due grandi insegnamenti che - ha sottolineato Guida - avrei voluto apprendere direttamente da Michelotti in persona. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo, ascoltarlo: nelle vesti però di Marco, non in quelle di arbitro. Perché la persona viene prima di tutto. E Alberto Michelotti era una persona vera, perbene».
Il ritratto
Le parole di Guida rimandano al ritratto del direttore di gara parmigiano, affidato al direttore della «Gazzetta di Parma» Claudio Rinaldi, autore del volume «Dirige Michelotti da Parma», davanti alle figlie dell'internazionale parmigiano, Sonia e Vania. «Alberto era prima di ogni cosa un oltretorrentino: a 13 anni - ha raccontato Rinaldi - faceva già il capofamiglia, La nonna e la mamma gli avevano insegnato cos'era il coraggio e a non aver paura di nessuno. Da arbitro, in sei anni è arrivato in serie A: era benvoluto e rispettato da tutti, tifoserie e allenatori. Nereo Rocco lo voleva in trasferta, perché Michelotti non si faceva influenzare. Era soprattutto un uomo generoso, che ha adorato il mestiere di arbitro e la sezione. Il suo esempio - ha concluso il direttore della Gazzetta di Parma - dovrà essere sempre di buon auspicio per le future generazioni di arbitri».
L'orgoglio
Guida si è detto «orgoglioso di questo riconoscimento». «Venendo qui a Parma ho provato tante emozioni. La prima cosa che ho pensato è che sono nato esattamente venti giorni dopo l'ultima partita diretta in serie A da Michelotti. Ho potuto quindi vederlo in azione solo attraverso spezzoni di vecchi filmati: tanto mi è bastato per percepire la sua autorevolezza in campo, unita a quei valori che sono il coraggio e l'abnegazione. Di Michelotti - ha proseguito il fischietto di Torre Annunziata - mi ha parlato molto l'amico assistente Filippo Meli. So che agli arbitri diceva sempre di non essere invidiosi degli altri: un aspetto che può essere coltivato soprattutto attraverso un percorso formativo che - ha detto ancora Guida - rivolgendosi ai direttori di gara presenti in sala - vi rende liberi e forti nelle decisioni da assumere, sul rettangolo da gioco così come nella vita. Alberto Michelotti ha fatto la storia della classe arbitrale italiana: i suoi insegnamenti li porterò con me».
«No alla violenza sugli arbitri»
La festa della sezione Aia di Parma ha visto la presenza di numerosi ospiti, a cominciare dal presidente dell'Associazione italiana arbitri Antonio Zappi, insieme al componente del Comitato nazionale Pierpaolo Perrone, al presidente del Comitato regionale Paolo Dondarini, agli altri presidenti delle sezioni arbitrali della regione, ai rappresentanti del Comitato regionale Aia, della Figc, dell'associazione allenatori e del Comune di Parma con il delegato allo Sport Davide Antonelli.
«Alberto Michelotti - ha affermato il presidente dell'Aia Zappi - sarebbe stato in assoluto il miglior testimonial nelle attività e nelle iniziative finalizzate a garantire la sicurezza dei nostri arbitri. Abbiamo proposto di inserire la figura dei direttori di gara nel codice penale per tutelarli dalle forme di violenza. Chi aggredisce un arbitro deve essere punito severamente, anche con l'arresto in flagranza di reato».
Zappi ha quindi ricordato l'impegno forte, da parte dell'Associazione, sugli aspetti etici. «Ne abbiamo parlato con Alberto Boschi, componente del Comitato dei Garanti: dobbiamo mettere al centro quei temi che favoriscano la costruzione degli uomini, prima ancora che degli arbitri. Siamo pronti ad approvare il nuovo codice di comportamento, vogliamo che la classe arbitrale sia portatrice di valori».
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata