CONDANNA
Solo un ragazzino. Eppure, aveva già cominciato a camminare in salita. Ad accontentarsi dei giorni buoni, quando la mamma aveva lo sguardo indulgente e il tono era pacato. A 15 anni, Diego (lo chiameremo così) era finito in una comunità, insieme alla sorella più piccola, lontano da quella madre troppo instabile per poter badare ai figli. Un anno, poi il rientro a casa. Lei aveva smesso con l'alcol e con gli stupefacenti, o almeno così sembrava, e per sei mesi Diego si era illuso che quella potesse essere la normalità.
Il padre lontano, completamente assente, era lei il suo mondo. Ma la tregua si è spezzata presto. E dal 2017 è tornato l'inferno dentro casa. Poi, cinque anni di minacce, esplosioni di violenza, insulti, botte e richieste insistenti di soldi che lei gli faceva per poter comprare qualche bottiglia. Nel 2022, parlando al telefono con il padre di Diego, sembrava aver superato ogni limite: «Prendo la sciabola o la katana e lo ammazzo», aveva urlato avvicinandosi al figlio. Ma già nel giugno del 2021 Diego aveva accantonato ogni remora decidendo di presentare querela. Accusata di maltrattamenti ed estorsione pluriaggravati, oltre che di detenzione di armi non denunciate (due sciabole e una katana), la madre - 54enne, parmigiana - è stata condannata a 3 anni e 6 mesi e al pagamento di 1.200 euro di multa con rito abbreviato, il che le ha consentito di poter beneficiare dello sconto di un terzo. Il gup le ha concesso le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti contestate.
Ancora oggi Diego fatica a ricordare un gesto dolce, una parola rassicurante. Non dimentica invece gli insulti, le minacce di morte e l'arrivo di polizia e carabinieri spesso chiamati dai vicini. E anche lui, tra il 2017 e il 2018, aveva deragliato: un po' di droga con gli amici e poi si era messo a spacciare. Arrestato nel 2019, era finito ai domiciliari. E lei era diventata la sua carceriera in quei sei mesi di detenzione. Voleva soldi, e quando lui si opponeva, lei reagiva con stizza scagliandogli dei calci alle gambe. In quel periodo era arrivata perfino a dichiarare off limits la cucina: serrata a chiave, in modo che lui non potesse mangiare.
Chiuso in quelle quattro mura, Diego. Costretto ad avere paura anche di qualche compagno violento che la madre aveva portato in casa. Nell'estate del 2020 aveva cominciato a lavorare come commesso, e lei era tornata all'attacco con ancora più prepotenza nel chiedergli soldi. I litigi in casa si trasformavano spesso in scontri: volavano insulti e oggetti, finché un giorno lei gli aveva scagliato in testa un posacenere. E anche la sorella, cinque anni in meno, aveva dovuto superare mille ostacoli fin da bambina, con quei trasferimenti da una comunità all'altra.
Diego si era aggrappato alla fidanzata: a 20 anni era andato a vivere a casa di lei. Lontano da quell'angolo di sopraffazione e violenza. Per sopravvivere. Per dimenticare la paura.
Georgia Azzali
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