INTERVISTA
Il fatturato supera quota 2,1 miliardi di euro e cresce del 3,1%. L’utile consolidato ammonta a 27,4 milioni, e il patrimonio netto a 405 milioni (22 milioni più del 2023). Conad Centro Nord archivia il 2024 con cifre positive. Il bilancio è stato approvato ieri dall'assemblea riunitasi a Rezzato (Brescia). I collaboratori di rete sono 7.496, i soci imprenditori sono 337. Nel Parmense, Conad Centro Nord è protagonista nella grande distribuzione con una quota di mercato del 29,19%, 31 punti vendita, un fatturato complessivo di 320,3 milioni, 35 soci e 1.128 dipendenti.
L'amministratore delegato Ivano Ferrarini spiega le cifre di bilancio e le strategie di crescita, anche nel Parmense.
Com'è stato il 2024 di Conad Centro Nord?
«Riusciamo a chiudere il 2024 con un ulteriore bilancio molto positivo, in una situazione di mercato molto competitiva, con un comportamento del consumatore difficile da interpretare; un'inflazione importante nei primi mesi e poi una deflazione. Poi ci sono gli elementi sottolineati anche all'assemblea dell'Upi: la burocrazia e il costo dell'energia, che incidono in maniera forte anche nelle nostre aziende. Hanno un impatto importante in termini di efficienza e di costi. L'azienda comunque cresce e continua ad investire. Ha chiuso il 2024 con un ottimo bilancio, con un utile consolidato vicino ai 28 milioni e un patrimonio che si è ulteriormente rafforzato superando i 400 milioni. Se poi mettiamo insieme i risultati dei punti vendita, che sono gestiti da imprenditori soci e quelli della cooperativa, sono sicuramente di grande rilievo. Riusciamo a tenere e a crescita in maniera omogenea in un mercato che, come dicevo, è diversificato ma estremamente competitivo».
Come sta andando il 2025?
«Siamo partiti abbastanza bene, anche se c'è stato un periodo di maggiore flessione. Oggi c'è un cambiamento nelle abitudini. Abbiamo consumatori molto fidelizzati alla nostra insegna che continuano a frequentarci in maniera abbastanza continuativa, magari cambiando le abitudini di acquisto: si rivolgono spesso alla nostra marca commerciale, ai “bassi e fissi”, hanno uno scontrino medio più basso ma più frequente. Stiamo vedendo una minore efficacia delle attività promozionali, a parte alcune con impatto più rilevante. I consumatori vorrebbero essere riconosciuti ognuno per le proprie caratteristiche e individualità; così le aziende devono investire sempre più in tecnologia innovativa e intelligenza artificiale, per cercare di conoscere meglio il consumatore e di rispondere in maniera adeguata a quel tipo di esigenza».
Cosa può fare l'AI per voi?
«L'AI dev'essere gestita per migliorare una serie di processi operativi con i punti vendita in tema di riordino, assortimento, gestione della supply chain... Ci sono temi che grazie all'intelligenza artificiale si riescono ad ottimizzare e altri che rientrano in una logica di progetti per il futuro. È un passaggio non semplice, anche dal punto di vista culturale, ma inevitabile, sul quale abbiamo la necessità di formare i soci e tutta la rete».
In questo quadro, qual è il peso di Parma in Conad?
«Parma per noi ha un peso molto rilevante, stiamo investendo molto. L'anno scorso abbiamo realizzato l'intervento di Monticelli, che ci sta dando notevoli soddisfazioni anche in termini di volumi di vendite. Abbiamo progetti in provincia e speriamo di riuscire a realizzare, in città, quelli che abbiamo in mente da diversi anni e sui quali siamo fermi a seguito di vincoli e difficoltà dal punto di vista urbanistico. Nel frattempo abbiamo aperto un Pet store di fianco al nostro supermercato di via Emilia Est-via Giovenale, con a fianco una toelettatura. Fa parte dei nuovi progetti di sviluppo sui quali stiamo lavorando, così come a Monticelli e Felino. È un nuovo filone di sviluppo per noi molto interessante anche in termini di evoluzione e presenza sul mercato».
Aperture nel 2025 a Parma...?
«No, adesso stiamo lavorando soprattutto in termini di ristrutturazioni. Dovremmo avere a breve il permesso di costruire per l'intervento “Parma Mia”: finalmente partiremo con questo progetto molto rilevante, che sarà particolarmente bello anche dal punto di vista architettonico, oltre ad essere di gran pregio dal punto di vista commerciale. Inseriremo una serie di concept per noi caratteristici: insieme al supermercato ci saranno il nostro pet più ampliato, la parafarmacia, il bar-ristorazione e altre attività. In città vorremmo realizzare un altro paio di interventi per riqualificare la nostra presenza. In provincia invece abbiamo un progetto importante a San Polo di Torrile: nel corso del 2025 cominceremo a organizzarlo per un intervento simile a quello di Monticelli, che dovrebbe essere pronto entro l'autunno 2026».
Quanto state investendo sul Parmense?
Su Parma e provincia, sommando i vari interventi, siamo fra 50 e 60 milioni di investimenti. Ci focalizzeremo nei prossimi due-tre anni su un altro intervento importante, per cui pensiamo di arrivare a investire fra 60 e 80 milioni».
Conad Centro Nord è rientrato nel consiglio di Conad Consorzio Nazionale. Può spiegarci meglio?
«Non siamo stati inseriti nella proposta per il consiglio di due anni fa, per una serie di vicende che hanno accompagnato la vita del Consorzio e che hanno visto Conad Centro Nord, insieme a Conad Nord Ovest, fare una denuncia querela riguardo ad alcune attività che secondo noi erano state poco chiare all'interno del consorzio. Su questa base ci sono state una serie di discussioni e alcuni temi riguardano un ambito giudiziario nel quale non intervengo. Il tentativo che si è posto il nuovo presidente nazionale Lusetti è stato quello di cercare di ricomporre il consiglio nazionale, per rimettere insieme le cinque cooperative all'interno del consorzio. Un paio di mesi fa ci è stata chiesta la disponibilità a ritornare a far parte del consiglio di Conad, al di là degli aspetti giudiziari che avranno la loro prosecuzione indipendente rispetto a questi processi. Abbiamo deciso di aderire a questa richiesta: nell'interesse dei soci e dell'insegna Conad abbiamo deciso di rientrare nel consiglio per dare il nostro contributo alla crescita della nostra cooperativa e del sistema nel suo complesso, che ovviamente non abbiamo mai messo in discussione, al di là delle singole persone che possono rappresentare la gestione in certi momenti».
Quali sono gli obiettivi per il 2025-2027?
«Da una parte c'è la ristrutturazione e l'obiettivo di aumentare la produttività dei singoli punti vendita esistenti; dall'altra c'è la necessità di fare sviluppi, quindi riallocare alcuni punti vendita già obsoleti e cercare di fare in modo di concentrarci sui nuovi prodotti distributivi sul mercato. Ed essere attenti ad alcuni processi di possibile acquisizione, che sicuramente ci saranno sul mercato, che è in fortissimo fermento e cambiamento. Vorremmo quindi essere pronti per ulteriori acquisizioni. Su questo stiamo puntando il nostro lavoro, oltre alla necessità di creare nuovi soci, nuovi imprenditori, che è l'obiettivo strategico della nostra azienda. È un grosso lavoro di rilancio e reinvestimento in un periodo sicuramente complicato. Ma nei periodi di non facile lettura dobbiamo continuare questo processo di investimenti».
Oltre all'economia, sostenete progetti sociali...
«Fa parte del nostro patrimonio genetico. Siamo abituati ad essere vicini alle comunità e ai territori. Non sempre (e non obbligatoriamente) abbiamo un ritorno economico da questi investimenti ma fa parte del nostro modo di essere, di stare sul mercato. Investire in termini di vicinanza al territorio e alle associazioni dal punto di vista sociale, culturale e sportivo continuerà a contraddistinguerci in futuro».
Andrea Violi
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