Rugby
Consolidamento strutturale e infrastrutturale, ma anche fidelizzazione: i due principi cardine del nuovo corso targato Zebre Parma hanno un denominatore comune, rappresentato dalla forte impronta territoriale. Che viene evidenziata già all'interno del consiglio di amministrazione della franchigia, La governance delle Zebre avrà due componenti espressione della comunità parmigiana. Una direzione apparsa subito chiara già nelle scorse settimane quando un pool di sponsor locali, capitanati dall'imprenditore Egidio Amoretti, si era adoperato - riuscendo nell'impresa - per il mantenimento delle Zebre nella nostra città.
New entry
I due consiglieri in questione saranno Pier Maria Saccani, avvocato che da anni ricopre l'incarico di direttore del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, e Carlo Ghisoni, dirigente di una multinazionale con sede proprio in questo territorio. «Due figure di altissimo profilo dal punto di vista professionale, ma anche due grandi appassionati di rugby» li presenta Giovanni Fava, che delle Zebre sarà il presidente. Gli altri due componenti del consiglio di amministrazione della franchigia saranno Roberto Zanovello, storico dirigente del Cus Padova, e Claudio Perruzza, un passato da segretario generale della Federazione italiana rugby.
La ripartenza
Da cosa ripartono le Zebre? «Da una rinnovata organizzazione interna, certamente, e da una particolare attenzione agli impianti» spiega Fava, che nella sua carriera dirigenziale è stato consigliere federale ma anche presidente del Rugby Viadana, oltre che deputato della Repubblica italiana per tre legislature. «Il primo passo sarà la richiesta di un incontro col sindaco di Parma, Michele Guerra, cui illustreremo un dettagliato piano di interventi che riguardano la Cittadella del Rugby, dove campi e palestra sentono il peso degli anni. Alla Federazione chiederemo di investire in questo senso».
E poi la questione fidelizzazione. «Una volta per tutte - ribadisce Fava - sarà necessario legare questa franchigia federale al territorio, ma in un'ottica più ampia, coinvolgendo club importanti quali Colorno, Valorugby Reggio Emilia e Viadana, per far sì che gli stessi possano esercitare quella spinta dal basso necessaria ad instaurare una relazione stabile e duratura, anche attraverso lo scambio di giocatori».
Club House e squadra
Altra novità la Club House, «che entro settembre - annuncia il presidente - sarà gestita direttamente dalle Zebre».
Il tema sportivo è più complesso, ma anche in questo caso le idee sono chiarissime. «Nelle prossime settimane andremo ad ufficializzare i nuovi innesti, provenienti in prevalenza dal nostro campionato. La visione che la Federazione italiana rugby si è data per le Zebre è trasformarla in una franchigia di sviluppo, un po' sul modello già portato avanti in Irlanda da Connacht. A Parma ci sono tutte le condizioni per farlo: qui, infatti, sarà rilanciata l'azione dell'Accademia che assorbe i migliori prospetti Under 20, e la Cittadella del Rugby resterà la casa della Nazionale femminile. Al riguardo - puntualizza Fava - non bisogna dimenticare il progetto che riguarda la franchigia femminile, che aveva subito uno stop ma che è nel nostro programma. L'auspicio è che la ritrovata stabilità possa essere un buon viatico per una collaborazione e un impegno che, in questa città, non sono mai mancati».
Volano per il territorio
Per Pier Maria Saccani si tratta della prima esperienza all'interno di un club sportivo. «Metterò a disposizione del presidente le mie competenze, con grandissimo entusiasmo» le parole di Saccani. «Cercheremo di capire come le Zebre, franchigia con un'importante struttura alle spalle, possa produrre un ritorno sociale positivo per la città e per il territorio. Lo sport - aggiunge - è un elemento fondamentale della nostra cultura e della nostra storia: può e deve diventare sempre più un punto di riferimento per i giovani. Un impianto come la Cittadella del Rugby, attraverso un'opera di valorizzazione e un suo maggiore utilizzo, potrebbe avere ricadute positive sul quartiere San Leonardo, che è un'area strategica. Dobbiamo insomma lavorare affinché questo progetto delle Zebre diventi un volano».
Saccani evidenzia come a Parma esista «una tradizione consolidata per quanto concerne il rugby, un contesto sportivo assai coinvolgente, dove ancora forte è il senso di aggregazione, testimoniato dalle tante famiglie presenti allo stadio. Questo può propiziare un maggiore coinvolgimento da parte della città».
La partecipazione a tornei internazionali accresce in misura significativa la visibilità. «Questo è senza dubbio un altro aspetto su cui ragionare - osserva Saccani -: tanti paesi che hanno ospitato e continueranno ad ospitare le partite delle Zebre sono interessati al Made in Italy e al nostro comparto agroalimentare. Ecco, creare una contaminazione tra settori è possibile».
Parola d'ordine: sostegno
Carlo Ghisoni utilizza proprio una metafora rugbistica per identificare il futuro delle Zebre. «Una squadra di rugby non può esistere se dietro non c'è, evidentemente, un solido sostegno che in questo caso volge uno sguardo all'esterno, al territorio e alle sue componenti. Sono da sempre un grande tifoso delle Zebre, praticamente da quando è nata la franchigia: il rugby mi affascina perché ha insita una positività di valori che non è comune e nemmeno immediatamente percepibile in altre discipline sportive. L'obiettivo dev'essere quello di rafforzare la presenza delle Zebre nel territorio e favorire un progetto di sviluppo che possa assicurare, al club, una continuità. Questa - conclude Ghisoni - diventa la chiave vincente anche per una squadra di successo, forte e coesa».
Vittorio Rotolo
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