Varano Melegari
La sede della Fondazione Caterina Dallara ha ufficialmente aperto le porte con l’inaugurazione istituzionale, la benedizione del vescovo di Parma Enrico Solmi, e il taglio del nastro effettuato ieri mattina dall’ingegner Giampaolo Dallara. Oggi, alle 17,30 seguirà un nuovo momento di festa con l’inaugurazione aperta a tutta la comunità e il taglio del nastro, a cui seguirà la visita della sede e da un momento musicale a cura del Trio Amadei. Autorità civili e militari, politici, rappresentanti del mondo dell’imprenditoria hanno affollato il parterre all’evento ospitato nella sala convegni della nuova sede, introdotto da Giampaolo Dallara, presidente della Fondazione.
Un’occasione, ha spiegato l’ingegner Dallara, «per rendere a Caterina che è stata insuperabile nella vita di tutti giorni e nel lavoro e, oggi, comincio anche a pagare il mio debito nei confronti del territorio e della comunità».
È arrivato il momento di iniziare un percorso, ha proseguito Giampaolo Dallara, «per fare diventare questo territorio un posto ideale per crescere bene i giovani e far vivere bene gli anziani». Un iter avviato nel 2021, prima con il parco dei Melograni e oggi con la sede della Fondazione che, insieme, ha proseguito Angelica Dallara, «sono un luogo di ritrovo e di svago per stare insieme, ma anche un luogo di azione, di impegno, con le aule studio per gli universitari e questo spazio polifunzionale per laboratori e formazione. Un luogo di convivenza, magari cercando di trovare più similitudini tra di noi piuttosto che le differenze inconciliabili».
Quando dall’inizio abbiamo pensato alla costruzione della sede della Fondazione, spiega Angelica Dallara, vice presidente della Fondazione, «ci è venuto naturale rivolgerci all’architetto Femìa ed al suo studio, che ha progettato quel capolavoro che è l’edificio della Dallara Academy». Un percorso che è stato supportato dalla Fondazione Cariparma, dalla consulenza di Felice Scalvini per il Terzo Settore, dalla collaborazione con Fondazione Golinelli, dalla supervisione del pedagogista Roberto Franchini per i programmi che riguardano la prima infanzia, e a K-City, specializzata in rigenerazione dei territori e dall’affiancamento di Irene Pietro, collaboratori nella conduzione della Fondazione. E, piano piano, ha proseguito Angelica Dallara, «ci siamo costruiti un po’ di esperienza e a compiere i nostri passi con maggiore consapevolezza, sempre nel rispetto di una idea: non esser noi i protagonisti, ma fare rete con ciò che è già esistente sul territorio, unire i punti, facilitare le idee e le realizzazioni, con supporti economici ma anche con supporto di competenze professionali o per attivare contatti e relazioni, che diventano un patrimonio duraturo delle associazioni stesse».
«Un luogo - ha evidenziato il vescovo Enrico Solmi - che rappresenta una connessione tra la natura, la comunità e le persone, e la sapiente collocazione di questo spazio, esprime l’andare oltre la speranza, la forza di continuare e di forare le barriere che Caterina ha già forato». Mi sono domandata – ha concluso Angelica Dallara «che cosa direbbe Caterina, se fosse qui in questo momento con noi? Io credo che si guarderebbe attorno compiaciuta per quello che è stato creato, per le farfalle che abbiamo scelto e che la rappresentano nel suo desiderio di libertà e di partecipazione. Sarebbe pronta a dire, adesso cosa facciamo? Perché le piaceva agire e le piaceva la compagnia. Credo che sarebbe molto contenta di sapere che dal dolore è nata una cosa che - sa di buono - per tante persone.»
Valentino Straser
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