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Fermi per ore in Liguria

Il rientro a Parma in treno? Una vera odissea

Il rientro a Parma in treno? Una vera odissea

di Ginevra Maria Bianchi

28 Giugno 2025, 03:01

Sembrava un normale venerdì mattina, quelli in cui ognuno ha il proprio orario da rispettare e i propri impegni da sbrigare. C’era chi doveva rientrare a casa dopo qualche giorno di vacanza, chi aveva appena concluso un viaggio a piedi, chi si stava dirigendo al lavoro. Ma per quindici passeggeri diretti a Parma, la giornata di ieri ha preso una piega inaspettata: alle 9.20 circa, a Vezzano Ligure, il treno è stato cancellato. O meglio, «soppresso», secondo quanto diceva la scritta arancione sullo schermo. E con esso, ogni collegamento, ogni possibilità di ripartenza immediata in direzione della nostra città. Sotto un sole già deciso, e poche ombre come riparo, il gruppo è rimasto fermi lungo i binari della piccola stazione ligure. Sembra la trama di un film tragicomico, vero? E invece no, è tutta realtà.

Niente annunci, nessun operatore sul posto, il numero verde che non rispondeva. Solo quella scritta, per tutti i treni: «soppresso». Il resto, lasciato all’iniziativa dei passeggeri.

Micheletto Giovanni, uno dei coinvolti, racconta: «Stavo rientrando dalla via Vandelli, ma il viaggio si è fermato prima di finire - afferma - . Abbiamo provato a contattare il numero di assistenza. La risposta? “La richiameremo al più presto”. Inutile dire che non si sono più fatti sentire. Non si sapeva bene come agire, a quel punto». Qualcuno cercava aggiornamenti online, altri cercavano di chiamare un taxi. Vezzano Ligure, in quel momento, sembrava distante da tutto. E, per di più, non arrivava alcuna comunicazione ufficiale. Nessun supporto.

Franca Dumano, che avrebbe dovuto iniziare il turno lavorativo a Pontremoli, osservava il vuoto delle rotaie: «Mi serviva un solo cambio per arrivare a lavoro ma, al momento, non ci sono vie alternative che non implichino ore di ritardo». E mentre i minuti scorrevano, il percorso che avrebbe dovuto portare tutti a Parma in circa un’ora si è trasformato in un tragitto da oltre due ore: treno annullato, cambio mezzo, trasbordo in autostrada e rientro solo a tarda mattinata. Per chi aveva Parma come tappa finale, il sollievo è arrivato più tardi del previsto. Ma per altri, che da lì dovevano proseguire verso nuove destinazioni, il ritardo si accumulava. Nuove attese, nuove corse da riprogrammare.

Nel primo pomeriggio, Trenitalia ha chiarito l’accaduto con una breve nota: «Cancellazione legata a inconvenienti all’infrastruttura: lavori notturni prolungati e guasto a un passaggio a livello». Ma nel frattempo, i 15 parmigiani (che per qualche ora sono diventati un gruppo improvvisato) si erano già rimessi in moto. Il racconto corale è quello di un viaggio diventato imprevisto. Nessuna emergenza grave, certo, ma un disagio reale. E chi doveva essere in ufficio? Chi aveva un impegno? Chi, semplicemente, sperava di arrivare a casa in tempo per il pranzo? La cronaca di un’Odissea ordinaria.

Ginevra Maria Bianchi

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