×
×
☰ MENU

Il caso

Ricelebrato il processo dopo la prescrizione: Jacobazzi assolto con formula piena

Ricelebrato il processo dopo la prescrizione: Jacobazzi assolto con formula piena

di Roberto Longoni

28 Giugno 2025, 03:01

Poteva chiudersi con una prescrizione, che lascia comunque un'ombra sull'imputato: il tempo non è un giudice infallibile, quando stacca la spina alla verità che arriva. Sarebbe stata una sconfitta per chi aveva deciso di battagliare in aula, anziché patteggiare. Altri - convinti come lui della loro innocenza, ma dal carattere più fragile - lo avevano fatto, per chiudere una storia rovinosa. Giovanni Jacobazzi non è tra loro: l'accusa a suo carico di abuso d'ufficio (l'ultima, dopo che da quella di concussione era stato assolto in primo grado), dapprima prescritta, è stata ripescata e rivalutata e infine ritenuta infondata.

Non è stato il «tempo scaduto» a stabilire che Jacobazzi non abbia debiti con la giustizia, e nemmeno l'abolizione del reato di abuso di ufficio da parte del Parlamento. Ad assolvere con formula piena il comandante della Polizia municipale nella giunta Vignali è stato il giudice Maurizio Boselli. Il presidente della sezione penale del Tribunale di Parma, a 14 anni dalla deflagrazione dell'inchiesta Green Money ha ricelebrato il processo, basandosi sulle stesse fonti di prova, per concludere che l'imputato non ha «commesso il fatto».

E il «fatto» sarebbe stato legato all'affidamento diretto all'imprenditore Alessandro Forni dell'area di sgambamento dei cani al Comando della Polizia municipale. «Fui accusato di aver percepito una tangente di cinquemila euro per un appalto da diecimila. Roba da vincere una cattedra in tangenti all'università» scherza Jacobazzi. La cifra sarebbe poi servita per realizzare un giardino con olivi secolari, nella casa di Santa Marinella. Peccato però che il giardino fosse del vicino e non dell'appartamento (al secondo piano) di Jacobazzi. E poi quale abuso di ufficio, quando nemmeno allora la legge imponeva gare per appalti inferiori ai 20mila euro?

«Anch'io ho trovato il mio “giudice a Berlino” - commenta l'ex comandante della Polizia municipale -. Il dottor Maurizio Boselli, dopo quasi 15 anni, ha ricostruito gli esatti contorni della mia vicenda penale. Negli appalti della Polizia municipale non ci furono mazzette o illeciti. Anche se assolto non sono affatto contento. Non è infatti pensabile attendere tre lustri, con la nomea del tangentista, prima di vedersi riconosciuta la bontà del proprio operato. Non auguro nemmeno al mio peggior nemico di passare ciò che ho passato. E non chiediamoci poi perché in questo Paese nessuno vuole più fare l’amministratore pubblico o ricoprire incarichi dirigenziali. Permettetemi solo di ringraziare chi mi è stato vicino, la mia famiglia, purtroppo mio padre non c’è più, e l’avvocato Roberto Lassini».

Roberto Longoni

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI