Accoglienza
Non chiamatelo dormitorio. Non lo è, anzi, non lo sarà, quando - come prevede il piano dei lavori - entrerà in funzione nel primo trimestre del prossimo anno. Sarà sì un rifugio per chi non ha un tetto, ma anche un luogo di «risveglio», nel quale accendere nuove speranze e dare spazio all'inclusione. Non più moduli prefabbricati, ma un nuovo edificio di 240 metri quadri aperto tutto l'anno, in grado di offrire 15 posti letto e «aprire» fino a 24 utenti/visitatori, oltre a dieci operatori. La struttura, oltre ai letti di cui si è detto, sarà provvista anche di mensa, servizi e sala comune. Intanto, il fabbricato in muratura già esistente al Cornocchio, di 180 metri quadri – fino a ieri centro direzionale del campo nomadi – in questi mesi verrà ristrutturato e adeguato alle nuove esigenze: ospiterà uffici, spazi per i colloqui e sala d’attesa e riunioni.
Una piccola rivoluzione al Cornocchio, dove sono partiti in maggio i lavori per la riqualificazione della «Stazione di Posta»: qui sta per sorgere il nuovo centro servizi integrato per accogliere, assistere e guidare verso un percorso di reinserimento sociale e lavorativo le persone senza fissa dimora della città.
L’intervento, promosso dagli assessorati ai Lavori pubblici e alle Politiche sociali del Comune è in carico a Parma Infrastrutture spa che, dopo lo svolgimento della procedura di gara, ha aggiudicato i lavori al Consorzio stabile Poliedro. L’ex campo nomadi al Cornocchio cambierà volto e finalità, grazie a un finanziamento del Pnrr che prevede un investimento di 910mila euro per la parte lavori e 180mila per servizi connessi alla nuova funzione per un totale di 1.090.000 euro.
Il centro non si limiterà ad accogliere per un breve periodo le persone senza fissa dimora, ma, grazie al fondamentale aiuto dei volontari e degli operatori del terzo settore, opererà per rispondere a 360 gradi ai bisogni della persona, offrendo pasti, vestiti, assistenza, facilitando gli ospiti nei contatti con gli eventuali familiari e nell’ottenere i documenti necessari per iniziare un percorso di reinserimento nella società. La struttura in questione comprenderà, quindi, spazi per colloqui personali, uffici per il personale, aree dedicate alle unità di strada e agli operatori sociali, camere da letto per il dormitorio, sale comuni, cucina, servizi igienici, lavanderia, stireria e depositi. Sono inoltre previsti ambienti per l’associazionismo, l’aggregazione sociale e la promozione culturale, con il coinvolgimento dei volontari, in un’ottica di lavoro di comunità.
Significativa la scelta del nome «Stazione di Posta». Ci si riferisce alla Missione Inclusione, tra gli obiettivi del Pnrr, grazie alla quale è stato finanziato il progetto. Il nome deriva dal diritto, riconosciuto a queste persone, di eleggere un domicilio virtuale nel Comune nel quale si trovano, per ricevere la propria corrispondenza. Da questa funzione di base, il progetto si è ampliato fino a definire le «Stazioni di Posta» come strutture polifunzionali che offrono accoglienza, supporto e orientamento. I servizi previsti includono: ricezione della posta (appunto), accompagnamento all’iscrizione anagrafica, informazione e orientamento verso percorsi di reinserimento sociale, attivazione di interventi sociosanitari integrati.
«Si tratta di un cantiere Pnrr che fornisce un risposta concreta ai più vulnerabili - ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici Francesco De Vanna -. Esso rientra nel nuovo welfare cittadino, fondato sulla coesione sociale e sul contrasto alla marginalizzazione. Il progetto nasce da un lavoro coordinato tra Lavori pubblici, Parma Infrastrutture e Welfare, simbolo di un approccio integrato alle opere pubbliche per una città equa e solidale».
«Il recupero della “Stazione di Posta” ci permetterà di rispondere ai bisogni delle persone senza dimora e gestire le emergenze – ha sottolineato Ettore Brianti, assessore alle Politiche sociali –. Grazie a operatori e volontari, chi si rivolgerà al Centro riceverà assistenza, ristoro e supporto nel reinserimento sociale e lavorativo».
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