Il caso
Villanova d'Arda Villa Verdi, estate. Il cartello che definisce i primi lavori commissionati dalla Soprintendenza, per un importo di 370mila euro e fine prevista il 25 ottobre prossimo, staziona in terra, accanto a un’unità esterna di condizionamento piuttosto male in arnese.
Il sindaco di Villanova, Romano Freddi, spiega che il comune ha provveduto a fornire un allaccio dell’acqua, naturalmente dopo relativa domanda, e che molti si stanno lamentando perché il grande parco ormai sembra ridotto a una sorta di giungla, senza capo né coda. Anche le statue del giardino mostrano il pesante degrado in cui versa l’intero compendio (per dirla con il ministero). Intanto, però, la biblioteca del Maestro e della Strepponi ha traslocato all’archivio di Stato di Piacenza, occupando qualcosa come 120 metri lineari di scaffali e almeno un sopralluogo all’interno di Villa Sant’Agata è stato effettuato, in relazione al fatto che due degli eredi Carrara Verdi, Angiolo e Maria Mercedes, non hanno ancora sottoscritto la proposta di indennizzo comunicata ai loro legali dal ministero.
Il sopralluogo, va da sé, sarebbe stato rivolto, soprattutto, ai beni mobili all’interno della villa, arredi, suppellettili, quadri, libri, oggettistica in genere e documenti, oltre che constatare «de visu» le condizioni interne dell’edificio, dopo oltre due anni e mezzo di abbandono. Gli eredi che ancora non accettano l’indennizzo proposto ritengono che il degrado in cui versa Villa Verdi sia dovuto non a loro incuria (come da qualche parte si vorrebbe affermare) ma a mancate attenzioni di chi aveva in custodia l’edificio e i suoi contenuti.
In attesa di un' ulteriore visita in villa, la situazione è, a quanto è dato sapere, di stallo completo. Per quanto riguarda, poi, la cura di volumi e documenti, interviene Giampietro Comolli, presidente del comitato nazionale: «Verdi, la sua epoca, la sua terra» con sede a Piacenza: «Ottima la scelta del ministero della cultura di assegnare all’Archivio di Stato di Piacenza la biblioteca di Giuseppe Verdi e di Giuseppina Strepponi. Come comitato nazionale “Giuseppe Verdi, la sua epoca la sua terra” avevamo già chiesto in fase di costituzione e presentazione che una priorità assoluta sarebbe stata salvare, catalogare, non disperdere tutti i documenti, libri, lettere del maestro. Chiedevamo già allora di recuperare anche i due bauli zeppi di fogli, spartiti, bozze, foto presenti in Villa Sant’Agata da anni e preservati gelosamente dagli eredi. Ma «purtroppo nel 2022 questi ultimi furono trasferiti (la Villa era ancora non espropriata per pubblico servizio e valore) all’archivio di stato di Parma. Sarebbe fondamentale, oggi, - aggiunge Comolli - che tutto tornasse unito e insieme per una omogeneità di classificazione, certificazione e numerazione, per consentire un accesso sicuro e propizio a tutti coloro che ne vorranno usufruire: storici, studenti, musicisti, ricercatori e appassionati».
Egidio Bandini
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