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VIAGGIO NELLA MEMORIA

Cabine telefoniche e cimeli straordinari: il museo di Alberi

Cabine telefoniche e cimeli straordinari: il museo di Alberi

di Nicolò Bertolini

21 Luglio 2025, 03:01

«Benvenuti al museo della telefonia pubblica. Qui potrete trovare un interessante repertorio di telefoni pubblici, cabine e annessi, dalla loro nascita a quando il digitale ha preso il sopravvento. Ma finché esisterà questa realtà non verranno dimenticati». Ci troviamo in strada Martinella 132, ad Alberi di Vigatto, dove tra le campagne si nasconde uno dei musei più grandi al mondo sulla telefonia pubblica. A presentare questo luogo di grande fascino, è Leonmario Moretti, direttore e fondatore di questo progetto, un giovane di 32 anni che, da quando ne aveva solo 8, si è messo a «dare la caccia ai telefoni». È un po’ deluso, è vero, che questo mondo stia venendo meno e sostituito da smartphone e wi-fi, ma lui è sempre in cerca di esemplari unici da aggiungere all’esposizione.

Un tesoro straordinario

I pezzi presenti ad Alberi, infatti, superano abbondantemente i 500, provenienti da tutta Italia e anche da altre parti del mondo. Appena arrivi al suo museo, è proprio lui ad accoglierti, e così inizia la visita guidata in un cortile pieno di cabine telefoniche, tutte diverse tra loro, e in alcuni locali che sono ricchissimi di telefoni e cimeli. Si parte proprio dalle origini, da antiche cabine da interno degli anni ‘30 che disponevano perfino dell’elenco telefonico al loro interno, fino a quelle degli anni 2000, passando da quelle che erano dedicate a località di mare e di montagna fino a quella del Giubileo 2000 realizzata totalmente in vetro autoportante. Per esempio, vediamo strutture richieste dal Comune di Venezia, totalmente in acciaio resistente alla salsedine, e cabine in legno per la montagna, realizzate per Cortina e tutto il Cadore, oltre all’evoluzione delle cabine da interno e delle cabine telefoniche stradali.

Caccia alle curiosità

«Io sono per il restauro conservativo - spiega Leonmario -: non sostituisco i pezzi ma li ripristino, senza cambiare nulla dell’originale». Ma sono numerose le curiosità, come il telefono prototipo per inviare i fax con la scheda telefonica. Presente anche l’apparecchio realizzato appositamente per i giornalisti dei Mondiali di Italia ‘90 con carta di credito telefonica dedicata e la riproduzione in scala 1 a 1 della prima cabina telefonica stradale della storia, richiesta dal regista Michael Mann per il film «Enzo Ferrari» del 2023, con serigrafie dipinte a mano. «Qui si passa dai gettoni alla scheda telefonica, brevetto italiano fino al 2023, anno in cui la telefonia pubblica ha cessato di esistere salvo qualche rara eccezione», dice Leonmario.

I telefoni per i soldati

In questo museo potrete vedere anche due chicche totalmente uniche ed esclusive come il primo telefono pubblico per sordomuti e il grande container contenente tante postazioni telefoniche per i soldati di Nassiriya, dove c’è stato l’attentato che provocò decine di morti nella base gestita dagli Italiani. Presenti anche i telefoni trasparenti dell’Expo 1961 e 1971 di cui è molto fiero Leonmario. «Da buon collezionista -spiega - continuerò nella mia ricerca di pezzi unici. Aspetto con piacere tutti coloro che vogliono fare un tuffo nel passato e toccare con mano questa tecnologia ora svanita».

Il museo è visitabile solo su prenotazione, telefonando al numero 0521-646242 o attraverso la pagina social del museo. L’ingresso è gratuito, ma sono ben accette offerte per sostenere i costi di questo interessante progetto.

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