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Il caso

Chiara Petrolini dà ai domiciliari l'esame di Criminologia

Chiara Petrolini dà ai domiciliari l'esame di Criminologia

di Georgia Azzali

26 Luglio 2025, 03:01

È la ragazza che ha nascosto a tutti i suoi segreti. Che ha partorito da sola i due figli e li ha sepolti nell'aiuola sotto la finestra della sua camera. Due scavi. E una voragine tra ciò che pareva essere e ciò che si è rivelata improvvisamente nell'estate di un anno fa. Ma Chiara Petrolini, accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione di entrambi i cadaveri, vuole portare avanti almeno un pezzo della vita di prima. Prosegue il suo percorso a Scienze dell'educazione: è al secondo anno del corso di laurea di Unimore, l'Università di Modena e Reggio. Continua a studiare sostenendo anche l'esame di Criminologia con la professoressa Susanna Pietralunga nella villetta di Vignale di Traversetolo, dove è ai domiciliari dal 20 settembre scorso. L'autorizzazione, chiesta dalla difesa, è arrivata dalla Corte d'assise, dopo aver ottenuto anche il parere favorevole, seppure non vincolante, della Procura, che si è sempre espressa in modo positivo quando si trattava di permessi per motivi di cura e studio.

Criminologia, un esame obbligatorio nel piano di studi previsto a Unimore. «E fondamentale nel percorso di formazione per le professioni socio-pedagogiche», sottolinea Susanna Pietralunga, delegata del rettore per lo studio universitario negli istituti penitenziari e membro della Conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i poli universitari penitenziari. Nulla di più vuole aggiungere sulla prova di Chiara Petrolini.

Una barriera da superare, l'esame di Criminologia, se si vuole conseguire la laurea in Scienze dell'educazione per le professioni socio-pedagogiche, almeno a Unimore. Tuttavia, a qualcuno potrebbe apparire quasi surreale. La 22enne, che si è liberata dei suoi figli e li ha sotterrati, studia la devianza e le dinamiche criminali. Qualcun altro sarà più incline al sarcasmo. Ma se fosse iscritta a Matematica e avesse chiesto di sostenere l'esame di Algebra, forse nessuno si sarebbe stupito. O forse sì. Perché, nonostante la scoperta dell'orrore, le indagini, il processo che sta per entrare nel vivo, Chiara Petrolini continua a mantenere alcuni punti fermi della sua vita. Precedente all'abisso. Anche in vista della perizia psichiatrica che prenderà il via il 15 settembre, dopo che le consulenze della procura e della difesa sono arrivate a conclusioni opposte. Totalmente capace, per Mario Amore e Domenico Berardi, gli specialisti dell'accusa. Del tutto incapace, seppure non socialmente pericolosa, per Giuseppe Cupello, Pietro Pietrini e Alessandra Bramante, gli esperti nominati dalla difesa.

L'avvocato Nicola Tria, che assiste la ragazza fin dalle prime battute dell'inchiesta, preferisce non dire nulla sull'esame universitario, ma quando gli si chiede come tutto ciò possa «conciliarsi» con un presunto vizio totale di mente di Chiara, sottolinea: «Non siamo di fronte a una schizofrenica o a una persona affetta da una patologia psichiatrica che non le consenta di affrontare ciò che peraltro ha sempre fatto. C'è una specificità in ciò che è avvenuto e che le viene contestato».

«Negazione di gravidanza»: così i consulenti della difesa hanno definito il buio che avrebbe portato Chiara a trasformarsi da baby sitter amorevole ad assassina. Ma spetterà alle psichiatre Marina Carla Verga e Laura Ghiringhelli, nominate dalla Corte d'assise, tentare di capire cosa abbia spinto questa ragazza, figlia di una «normale» famiglia borghese, a portare avanti due gravidanze senza che nessuno se ne accorgesse, a partorire in solitudine il 12 maggio 2023 e il 7 agosto 2024, per poi, secondo la procura, far intenzionalmente morire i suoi due figli, non chiudendo i vasi sanguigni dopo il taglio del cordone, e sotterrarli in giardino.

In quei due angoli che può ancora vedere ogni giorno. Dalla sua prigione casalinga.

Georgia Azzali

© Riproduzione riservata

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