La polemica
«Orario estivo? No, estivissimo», risponde Agnese alla fermata del bus di via Gramsci davanti all'ospedale Maggiore. «Chi deve andare a lavorare rischia sempre di arrivare in ritardo».
Da lunedì scorso e fino al 18 agosto è cambiata la tabella di marcia dei bus: la maggior parte delle linee passa ogni mezz'ora, altre ogni 20 minuti. E con i tanti cantieri che sono aperti in città i tempi di percorrenza si allungano, per cui molti parmigiani sono in difficoltà. Loretta Pelloni ha 81 anni e aspetta il 12: «Mi sono accorta proprio lunedì del cambio degli orari - dice -. Sono preoccupata per domani perché devo prendere il 6 per andare in via Pintor, speriamo sia puntuale». «Anche per le tre linee principali 3-4-5 bisogna aspettare tanto - commenta Alexandra Ceban, 19 anni e studentessa di Economia aziendale -: con tutti i lavori in corso che ci sono a Parma, gli autobus devono fare dei giri pazzeschi, per cui non riescono ad essere in orario». «Noi siamo alla fermata da un po' di tempo - interviene Maria Rosa Finetti, 80 anni e commerciante in pensione -. Volevamo far visitare il centro a un'amica». «Io faccio il barbiere il centro - aggiunge Lorenzo De Luigi, 30 anni - e prendo sempre il bus, ma mi ritengo fortunato perché sono diverse le linee che mi portano al lavoro».
Alla fermata sul Lungoparma che guarda la Ghiaia sono tanti i parmigiani che aspettano il bus: «Dovrebbe essere un servizio più funzionale - è sicura Ilaria Renna, 26 anni e studentessa di Scienze e tecnologie alimentari -. Spesso i bus arrivano in ritardo e con tutti i lavori in corso che ci sono in questo periodo dovrebbero mettere più corse. Anche la sera non ci sono servizi, per cui bisogna prendere il taxi per spostarsi: non tutti hanno l'auto. Parma è una città grande e universitaria per cui il servizio dei trasporti deve essere garantito». «Dovevano cambiare gli orari la seconda settimana di agosto - suggerisce Emily Segreto, 21 anni e commessa -. Adesso la città è piena di gente e sono molti quelli che si spostano in bus, per cui sono tutti stracolmi». «Insomma - interviene Emanuele Cifarelli, 73 anni - è cambiato tutto con gli autisti in ferie. Io aspetto il 12 per Vigatto e non riesco a capire quando passa. Però l'abbonamento è diventato ancora più caro e per noi che siamo pensionati è un problema». Alessandro Barbieri, 61 anni abita a Neviano e «a Langhirano devo prendere la coincidenza, per cui dovrò andare a casa a piedi, perché il 12 doveva passare alle 28 ma ancora non si è visto. Questi orari sono un grosso disagio. I biglietti sono aumentati, per cui anche il servizio deve essere più efficiente». Patrizia Delmonte, 74 anni, prende il bus tutti i giorni: «Andare a casa ad Alberi è diventato un problema: si aspetta sempre tanto tempo. Io poi vengo prima alla fermata perché non si sa a che ora passa». «A Carignano - precisa Massimiliano Tognolini, 52 anni e docente universitario - è ancora peggio: ci sono tre corse al giorno e bisogna per forza utilizzare la macchina». Franco Giberti ha 71 anni: «Sono 15 minuti che aspetto l'11. Ora passa ogni mezz'ora. Sarebbe meglio che mettessero almeno tre corse all'ora». Anche i giovani sono a disagio: «Il mio autobus passa addirittura ogni due ore - ricorda Gabriele, 16 anni e studente del Bocchialini - e se lo perdi devi stare due ore in giro in attesa del prossimo». Serena Maccanelli, 19 anni e prossima studentessa a Medicina, dice: «D'estate noi ragazzi usciamo spesso e tutti prendono il bus. Gli orari non sono cambiati in agosto ma addirittura a luglio e con i cantieri ci si mette un'ora ad attraversare la città. Parma non è ferma in questo periodo ed è piena di gente, per cui i tempi di attesa dei bus sono molto scomodi». «Dell'orario non ci si può fidare - racconta Paola De Stefano -. I pensionati possono aspettare, ma per chi lavora mezz'ora in più fa la differenza». Alla fermata di piazzale Corridoni l'attesa è sotto il sole: «I nuovi orari dei bus? Sono una tragedia - conclude Luca Ferrari, 45 anni e impiegato -. Per andare a lavorare devo prendere il 7 e il 21: ci metto due ore. Ci vorrebbero più corse, Parma non è andata in vacanza».
Mara Varoli
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