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Ombrelli, bottiglie, lattine, sacchi e persino un decespugliatore: la lunga discarica nel greto della Parma

Ombrelli, bottiglie, lattine, sacchi e persino un decespugliatore: la lunga discarica nel greto della Parma

di Mara Varoli

01 Agosto 2025, 03:01

Qui, dove «fioriscono» gli ombrelli. Che come grossi funghi di ferro e plastica rovinano la bellezza della nostra Parma. Siamo sul greto del torrente e il contrasto fra la natura e l'immondizia salta all'occhio. Seguendo il corso, impossibile percorrere la parte destra: troppi arbusti e rovi altissimi, cresciuti selvaggiamente impediscono il passaggio. Ci accontentiamo di guardare dall'alto del Lungoparma quella che è la discarica della vergogna.

Partiamo dalla pensilina di viale Toschi. Già compaiono bottiglie di plastica, lattine e cartacce. E in lontananza dopo il ponte delle Nazioni verso quello della ferrovia altri sacchi sporcano l'orizzonte. Arriviamo all'altezza della Ghiaia: grosse borse piene di spazzatura, tantissime lattine, bottiglie di plastica e di vetro per birra. C'è persino un decespugliatore. Poi, quei tanti ombrelli aperti sul prato dei rifiuti, come se qualcuno abbia fatto a gara a lanciarli sul torrente. Un signore guarda giù e scuote la testa: non ha parole. La fotografia è sconfortante, segno dell'inciviltà di quei cittadini di Parma che certo non hanno a cuore la città e nemmeno le piante, gli uccelli e gli altri animali che popolano il torrente. Poco più in là, a debita distanza dalla discarica, un gruppo di anatre si riposa all'ombra. La passeggiata prosegue e dal ponte di Mezzo al Caprazucca un grosso pneumatico da camion apre la strada a un pallone e ad altri rifiuti. A un primo sguardo va meglio dal ponte Caprazucca al ponte Italia, ma è una finta, perché per mancanza di adeguati sfalci il letto del torrente si è trasformato in una foresta, che copre altri rifiuti. Arbusti cresciuti persino sotto gli archi dei ponti. Affiora un altro ombrello, bottiglie, borse di plastica e cartacce. Anche la garzetta sta alla larga da questo mondo di inciviltà. Che si ripete in quello spazio pubblico costruito in viale Maria Luigia, con bicchieri di plastica pieni di vino, una bottiglia di liquore e altra immondizia. Sopra e sotto la Parma, gli avanzi di una serata alcolica «segnano» il percorso. Così il Lungoparma e il greto del torrente, che dovrebbero rappresentare un orgoglio, soffrono della maleducazione e dell'ignoranza di quei pochi.

Mara Varoli

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