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Stefano Bizzozi, il «laboratorio Fulgor» e il buon proposito: «Vogliamo far innamorare i nostri tifosi»

Stefano Bizzozi, il «laboratorio Fulgor» e il buon proposito: «Vogliamo far innamorare i nostri tifosi»

di Vittorio Rotolo

19 Agosto 2025, 03:01

Stefano Bizzozi, per la sua Fulgor Fidenza è l'alba di una nuova stagione: da cosa si riparte?

«Dai nostri principi, cui abbiamo mantenuto fede: una squadra estremamente giovane, linfa vitale per quello che a tutti gli effetti deve essere considerato un laboratorio. Il progetto della Fulgor resta ancorato al desiderio di propiziare i progressi dei giovani, senza bruciare le tappe ma diluendo le stesse in un arco temporale utile e necessario. Per ciascuno dei nostri ragazzi Fidenza deve rappresentare un punto intermedio verso l'evoluzione della propria carriera. Vale per i giocatori che fanno parte del gruppo della serie B nazionale e dell'Under 19, ma naturalmente anche per gli altri dell'Under 17 e dell'Under 15».

Alla vigilia del raduno (appuntamento domani al Palapratizzoli, ndr), partiamo dalla serie B nazionale: che campionato sarà?

«Non è più torneo da scoprire. E lo si può intuire da come si sono rinforzate le altre squadre: il tasso tecnico si è alzato. Nel nostro girone avremo le due di Montecatini, formazioni di assoluto valore che si aggiungono alle altre che già nella passata stagione ambivano al salto di categoria e intenzionate ora a riproporsi ai vertici. Poi ci saranno le due retrocesse dalla A2, Vigevano e Casalpusterlengo, oltre alle tre trasferte in Sicilia. Questa B nazionale, insomma, sarà un bel banco di prova. Ma per i nostri giovani direi anche il terreno ideale per crescere».

Un terreno complesso, ma proprio in ragione di ciò che ha osservato lei pure stimolante.

«La bellezza del basket è anche questa: il confronto ai massimi livelli».

Il mercato della Fulgor ha portato ad un'autentica quanto se vogliamo “fisiologica” rivoluzione.

«Innanzitutto siamo orgogliosi di aver contributo a formare giocatori per un livello superiore: Valsecchi nella prossima stagione giocherà in serie A2, Valdo e Ranieri sono volati negli Stati Uniti. Sono tutti ragazzi che da noi a Fidenza hanno fatto un percorso e che hanno qualità. Per quanto concerne la nuova squadra, invece, la fiducia è dettata dall'essere riusciti a reclutare quegli elementi che volevamo. Anche in questo caso parliamo di giovani di valore e prospettiva».

Ci presenti i nuovi: Martini, Placinschi e Caporaso. Quali sono le loro caratteristiche?

«Martini è un giocatore di grande statura, con ottime mani e una tecnica eccellente. Placinschi, a mio avviso, sarà molto utile alla squadra: in campo riesce a fare tante cose positive. Caporaso è un ottimo tiratore».

E poi c'è il finlandese Joel Mäntynen, ala-guardia, classe 2002.

«Un ottimo atleta, dotato di un buon tiro e aggressivo in difesa. Mäntynen si sposa perfettamente con l'idea di ciò che vorremmo essere: una squadra veloce e dinamica».

A conti fatti, a livello di roster, sarete addirittura più giovani dell'anno scorso.

«E questo, già di per sé, è incredibile: a parte Scattolin, che ha 27 anni, Martini che è un 2004 e appunto Mantynen nato nel 2002, il resto della rosa è praticamente tutto composto da under. Ripeto: questa filosofia è nelle corde del nostro club ma contribuisce anche a favorire lo sviluppo del movimento, nella misura in cui permette ai giovani di misurarsi nei campionati senior».

Del gruppo faranno parte anche ragazzi che già nella passata stagione si erano affacciati alla prima squadra.

«Certamente sì. Avremo da subito a disposizione Gabriele Ghidini, mentre Manuele Pezzani e Mattia Catellani devono smaltire i rispettivi acciacchi fisici e inizieranno a lavorare con noi più avanti. Stiamo completando il roster con l'inserimento di qualche altro elemento: uno di questi sarà Davide Ligabue, classe 2007, proveniente dalla Virtus Bologna».

Serie B e Under 19 continueranno a viaggiare in parallelo?

«Il nostro, ribadisco, resta un progetto di settore giovanile. Il gruppo è unico. Al mio fianco ci saranno i vice Filippo Antonicelli e Andrea Marallo, insieme ai preparatori fisici Matteo Panichi e Arianna Meschi. Tra noi c'è totale identità di vedute, gran parte della nostra giornata la passiamo in palestra a lavorare...».

Coach Bizzozi, ritiene che dopo essere arrivati ai play-off di serie B nazionale nella passata stagione oggi ci siano aspettative diverse rispetto alla Fulgor? Può essere, questa, una fonte di pressione?

«Dopo esserci fatti la bocca buona, è normale che oggi sulla nostra squadra ci siano aspettative maggiori. Noi dobbiamo essere bravi a gestirle, partendo mentalmente con la stessa idea di un anno fa: ci sarà da soffrire. Le incognite sono tante, ma lavoriamo con entusiasmo e ottimismo. Il pubblico, nella scorsa stagione, ci ha dato una grandissima mano: giocare al Palapratizzoli, ogni domenica, con quel tipo di atmosfera, è stato bellissimo. Se faremo meglio o peggio, questo nessuno di noi può saperlo. Ma una cosa mi sento di poterla garantire: in campo daremo tutto. Vogliamo che i nostri tifosi si innamorino di questo gruppo. Vincere le partite, per una squadra, è l'obiettivo. Ma se lo mettessi davanti a tutto il resto commetterei un errore clamoroso. Il percorso, lo continuerò a ripetere all'infinito, vale molto più dell'arrivo».

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