Bedonia
Bedonia Una chiesa gremita, alla presenza di politici di spicco e di tantissimi amici della sua amata montagna ma anche di Parma, dove viveva con l’adorata moglie Maria Adele, ha salutato ieri per l’ultima volta a Chiesiola Stefano Libè, imprenditore ed ex consigliere comunale dal 2007 al 2011 eletto nella lista «Per Parma con Ubaldi».
Mancato giovedì scorso a soli 62 anni per una grave malattia combattuta con coraggio, Libè ha lasciato un ricordo indelebile nelle persone che lo hanno conosciuto. Alle sue esequie hanno partecipato, fra i tanti nomi illustri, il senatore Pier Ferdinando Casini, l’ex ministro dell’Ambiente (sotto i governi Renzi e Gentiloni) Gian Luca Galletti, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, l’ex vicepresidente del Parma Luca Baraldi e il sindaco di Bedonia Gianpaolo Serpagli. Commosse le parole di Casini, secondo cui «Stefano è stata una personalità unica e le centinaia di persone che lo hanno accompagnato in questi giorni lo dimostrano ben oltre ogni mia parola. Non aveva un potere da elargire o una convenienza a cui corrispondere. Era semplicemente una persona fuori dal comune, aperta, curiosa, sempre disponibile, interessato al suo prossimo e alla vita della città di Parma, di cui è stato amministratore esemplare. Spontaneo e generoso, non era difficile per lui, se necessario, fare un passo indietro, perché ogni suo atteggiamento non era frutto di calcoli politici».
Cuore pulsante di una comunità di amici «che lo riconosceva come collante insostituibile, era mosso da convinzioni fondate su approfondimenti, studi e analisi – ha aggiunto Casini –. Non è mai stato un uomo di parte in senso stretto: per lui in politica non c’erano nemici. Il concetto di avversario si diluiva davanti agli interessi dei cittadini e della comunità. Esempio, questo, di come dovrebbe essere la politica vera, alta e fondata sui principi».
Studioso, curioso, amico generoso e marito esemplare, per Casini «Stefano era un cristiano fino in fondo, con un forte senso del limite», un uomo con una fede «vissuta senza esibizionismi ma con intensità».
A ricordarne le doti anche don Daniele Neri, con cui Libè aveva stretto una profonda amicizia. «Stefano aveva deciso a un certo punto della sua vita di togliersi dal perbenismo religioso per fare un cammino di conoscenza. In un primo tempo lo ha fatto con i mezzi e i doni che il Signore gli aveva dato: la cultura, l’intelligenza, la capacità di scrutare. Pensava di poter incontrare Dio in quel modo. Ed è così che ci siamo conosciuti: lo vedevo a messa, prima un po’ distaccato, poi sempre più avanti e sempre più interessato. Ha fatto un cammino che lo ha portato dal desiderio di conoscenza a un incontro, avvenuto proprio quando la vita ha scritto per lui le pagine più difficili da affrontare. Stefano era una perla rara, un cristiano in cui non c’era falsità. Era un uomo vero, giusto, onesto, sincero, capace di stupire persino noi preti».
Alle parole di Casini e di don Neri, sono seguite quelle del fratello Mauro, che ha ringraziato tutti per le parole toccanti e in particolare la cognata Maria Adele per averlo amato e curato per tutta la vita. «Eravamo sempre insieme per tutto – ha detto – ma questa volta è andato avanti lui…».
Dopo la messa, celebrata da don Stefano Segalini con il parroco di Bedonia don Lino Ferrari, la salma è stata accompagnata nel cimitero di Casaleto, dove Libè riposerà nella cappella di famiglia accanto agli amati genitori Rita e Franco.
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