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Il racconto

Un' anziana presa di mira da falsi carabinieri: «Ho rischiato l'infarto per una truffa»

Un' anziana presa di mira da falsi carabinieri: «Ho rischiato l'infarto per una truffa»

di Luca Pelagatti

08 Settembre 2025, 03:01

«Già in passato avevo ricevuto per due volte le chiamate dei finti carabinieri, del sedicente avvocato. Ma li avevo scoperti subito, era stato quasi immediato smascherarli e mandarli a quel paese. Stavolta è stato diverso: questa volta se fossi stata debole di cuore avrei subito un infarto».

Elisabetta (che ci chiede di non aggiungere il cognome) si definisce una «donna anziana» ma il tono con cui racconta è tutt'altro che antico o fragile. Anche perché, è evidente, il tentativo di truffa che ha subito l'ha ferita. E la mente continua a tornare a quella telefonata, a quella voce angosciata che filtrava dolorosamente dalla cornetta.

«Nelle scorse ore ho ricevuto una telefonata e dall'altra parte c'era mia figlia. Ed era disperata». Ora Elisabetta sa che non era sua figlia che piangeva e chiedeva aiuto. Ma in un primo momento sembrava proprio lei. «Io non so come abbiano fatto ma la voce appariva proprio quella di mia figlia. E mi ha raccontato una storia terribile».

Una trama già sentita, in realtà: ma questa volta costruita con molta cura. Secondo il racconto al telefono, rafforzato dalle affermazioni di uomini che si alternavano e che si sono presentati come militari dell'Arma, la figlia avrebbe avuto un incidente con l'auto e avrebbe travolto una bambina. Inutile dirlo: la piccola era grave, sotto i ferri dei chirurghi che stavano lottando per salvarla. E occorrevano soldi in tutta fretta per evitare guai. Come se pagando si potessero evitare le conseguenze di un incidente: ma queste considerazioni quando ci si trova con il cuore in gola e l'ansia che tramortisce non si riescono a fare.

«Quelli che si alternavano al telefono, sia il falso avvocato sia i sedicenti carabinieri, erano molto preparati, avevano la parlantina svelta e la risposta pronta. Ma la cosa che mi ha veramente mandato in panico era la voce della donna che diceva di essere mia figlia: pareva proprio lei. Tanto che poi ho pensato che potessero aver utilizzato l'intelligenza artificiale per riprodurla».

Di prove e conferme, ovviamente, non ce ne sono. Ma preoccupa pensare che i truffatori abbiamo fatto un salto di qualità. Tanto da confondere persino una madre. «Per fortuna, dopo un po' di minuti alcuni argomenti usati da quei personaggi mi hanno fatto sorgere dei dubbi. E alla fine, prova definitiva, mia figlia è tornata a casa. E allora ho capito».

Inutile dirlo: il terrore si è mutato in rabbia, lo spavento è diventato sollievo. Ma resta il peso di quei minuti di puro sgomento. «Quando mia figlia è rientrata a casa li ho maledetti perché non esiste null'altro da dire o fare con persone di questo genere. E poi mi sono rivolta ai carabinieri. Ma adesso, visto che si tratta dell'ennesimo episodio sto valutando se cancellare il contratto del telefono fisso: se le chiamate che si ricevono sono quelli di molestatori per offerte commerciali assurde e truffatori tanto vale farne a meno», conclude Elisabetta che si congeda definendosi, con garbata ironia, una «anziana ancora presente».

Ma un ultimo sfogo se lo concede: «Tecnicamente questo reato credo sia quello di tentata truffa ma penso che si sia qualcosa di peggio. Sentendo la voce che ho pensato essere veramente quella di mia figlia io ho rischiato: se fossi stata debole di cuore avrei potuto stare davvero male, avrei potuto avere un infarto. Ecco perché non sono più solo truffatori, ma potenziali assassini».

E come tali, questo è il pensiero finale, forse andrebbero puniti.

Luca Pelagatti

© Riproduzione riservata

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