Polesine Zibello
«Aiutateci a ritrovare Jaskaran. Chiediamo che siano aumentate le ricerche, ovunque». Questo l’appello lanciato dai parenti di Jaskaran Singh, il 24enne di origine indiana che da un anno circa abitava a Pieveottoville e di cui non si hanno notizie da quasi due mesi. Nemmeno le recenti ricerche dei carabinieri e della protezione civile, con unità cinofile e droni, hanno prodotto risultati e la preoccupazione chiaramente aumenta. Cosa è successo a Jaskaran Singh? Dove si trova?
«Per noi la sua scomparsa è un mistero, non sappiamo davvero darne una spiegazione»: queste le prime parole di Paramjit Singh, lo zio di Jaskaran, che vive a Pieveottoville da cinque anni, con la moglie e due figli. In questi giorni la famiglia ha ricevuto anche la visita di Paramdeep Singh Mushiana, consigliere comunale a Busseto, che da subito si è preso a cuore la questione e ha definito la scomparsa di Jaskaran «una ferita aperta per tutta la comunità indiana e per la collettività intera. Pur non avendolo conosciuto sto seguendo con attenzione questa vicenda, mantenendo un dialogo costante con autorità e forze dell’ordine perché le ricerche non si fermino e la famiglia non si senta mai sola. In momenti come questo il dolore dei familiari deve diventare anche il nostro: una comunità – ha osservato – si riconosce dalla capacità di stringersi attorno a chi soffre. Mi impegno a tenere alta l’attenzione delle istituzioni, perché non si perda la speranza e si faccia tutto il possibile per dare risposte a chi vive questa angosciante attesa».
Quattordici mesi fa Jaskaran, che per circa tre mesi aveva vissuto in provincia di Brescia lavorando in un caseificio, li aveva raggiunti e si era sistemato in casa con loro. Tra loro, come rimarca lo zio, l’armonia era totale; Jaskaran cercava lavoro e intanto gli dava una mano nella corte agricola in cui vive e lavora. «È un ragazzo molto simpatico, dolce e carino» dice ancora lo zio che non si capacita per questa sparizione improvvisa. «Quel 16 luglio – spiega ancora lo zio – ero con la mia famiglia a Parma e intorno alle 9,30 Jaskaran ci ha telefonato dicendo che era uscito, che aveva bucato la ruota della sua bici e che sarebbe andato a fare un giro al Po con gli amici. In serata, vedendo che non rientrava per la cena e non rispondeva al telefono abbiamo contattato gli amici con cui sarebbe dovuto uscire ma ci hanno risposto che lui quel giorno non era mai andato con loro e non lo avevano visto».
A quel punto sono scattate le primissime ricerche condotte dallo zio e dai suoi familiari, ma queste non hanno dato esito e, intorno alle 23,30 sono stati allertati i carabinieri. «Ci risulta – ha detto ancora lo zio – che l’ultima volta, quel giorno, sia stato visto in un parco a Zibello mentre di Pieveottoville non ci sono immagini visto che la telecamera della piazza non era in funzione. Inoltre verso le 14,30 aveva contattato la mamma in India dicendo, anche a lei, che andava a fare un giro con gli amici, che invece negano di averlo visto quel giorno».
Non lo ha visto nemmeno l’amico, di fronte alla casa del quale, Jaskaran ha lasciato la bici con una gomma forata. Il ragazzo, infatti, si trovava al lavoro. Quindi cosa può essere successo? Jaskaran, che parla poco l’italiano e non ha la patente, è uscito senza un centesimo in tasca. Il suo cellulare è rimasto attivo fino alla tarda sera del 16 luglio (intorno alle 23 era stato «agganciato» da una cella a Pieveottoville) e, da allora, è spento.
«Se in qualche modo ci legge – prosegue lo zio – lo invitiamo a tornare presto a casa, noi lo aspettiamo a braccia aperte, per noi è come un figlio e ci teniamo molto a lui». Il giovane, di religione sikh, spesso la domenica raggiungeva il tempio Gurdwara Sri Guru Kaldidhar Sahib di Torre dè Picenardi (il tempio Sikh più grande d’Europa) ma quel 16 luglio nemmeno lì è stato visto. «Chiediamo che siano aumentate le ricerche – questo l’appello dello zio – che le Istituzioni ci aiutino di più per riuscire a trovarlo». Si chiede anche, lo zio, dove sia finito il cellulare, come mai non si riesca a rintracciarlo e chiede con forza che chiunque sappia qualcosa, parli.
Paolo Panni
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