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Intitolata al fondatore Paolo

Fondazione Chiesi, un nuovo nome e una grande sfida

Fondazione Chiesi, un nuovo nome e una grande sfida

di Sara Magnacavallo

26 Settembre 2025, 03:01

La Fondazione Chiesi prende il nome di Fondazione Paolo Chiesi, in onore del suo ideatore e primo presidente.

Un annuncio a sorpresa davanti a una platea folta e commossa, arrivato dalla voce dell’attuale presidente Maria Paola Chiesi: un tributo alla memoria di «un uomo che combinava scienza e umanità, eccellenza e compassione», scomparso lo scorso marzo.
Quest’anno la Fondazione Chiesi festeggia i suoi vent’anni di vita e, per l’occasione, l’headquarter in via Paradigna ha ospitato ieri mattina l’incontro «Accelerare il cambiamento: un dialogo sul futuro dell’assistenza sanitaria nel Sud Globale»: un’occasione per riflettere sulle sfide nel miglioramento delle cure neonatali e respiratorie nei Paesi in cui la fondazione opera.

L’organizzazione no-profit nasce nel settantesimo anniversario del Gruppo come «incontro tra imprenditorialità e etica», ha ricordato la presidente. «Agli inizi, non avevamo obiettivi né visione. Fu il dottor Leonardo Fabbri a fissare la missione: alleviare le sofferenze dei pazienti affetti da malattie respiratorie, e promuovere cure essenziali di qualità in neonatologia per i bambini prematuri nei Paesi a basso reddito».

Ma, ha spiegato al giornalista, scrittore e moderatore dell’evento Vittorio Longhi, «non bastava avere una missione: serviva un approccio più strategico e sistematico, per questo abbiamo ideato i modelli Nest e Gasp».

I due modelli puntano a un impatto duraturo, rafforzando competenze scientifiche e autonomia locale tramite formazione, attrezzature, protocolli basati su evidenze, networking e cooperazione istituzionale.

All’orizzonte, il coordinatore Massimo Salvadori intravede per l’organizzazione «un percorso difficile, ma non impossibile». Tra le sfide future ha citato il cambiamento climatico, la riduzione dei fondi istituzionali e i conflitti tra Paesi. Per sopravvivere, serve «una direzione e scopo chiaro, con un approccio flessibile».

La mattinata è proseguita con gli interventi della dottoressa Queen Dube, Newborn Health Program Lead presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e della professoressa Refiloe Masekela, Head of Paediatrics and Child Health all’Università KwaZulu-Natal e presidente della Pan African Thoracic Society.

La conversazione ha esplorato le sfide sistematiche e gli approcci innovativi per migliorare l’assistenza neonatale e respiratoria nei paesi a Sud del mondo, con attenzione al contesto africano. «Nel 2023 sono morti 4,8 milioni di bambini, il 60% dei quali in Africa. Tra questi, 2,3 milioni hanno perso la vita nelle prime quattro settimane, per metà sempre in Africa, soprattutto nell’area subsahariana. L’80% di queste morti era evitabile: un dato inaccettabile», ha riportato Dube.

Per ribaltare lo scenario, c’è bisogno di «un ecosistema chiaro, in cui ciascuno conosca il proprio ruolo e operi secondo un piano condiviso».

Di conseguenza, le fondazioni «devono interrogarsi su come possano inserirsi nell’ecosistema, così da offrire un piano sostenibile nel lungo periodo». Rimane problematico il fronte dell’assistenza respiratoria: «Nel 2030, in Africa le malattie respiratorie colpiranno più persone delle malattie infettive, tuttavia in molti Paesi africani manca l’accesso a diagnosi e cure», ha evidenziato Masekela. «Un maggiore accesso alle cure, e un sistema sanitario competente e attrezzato» diventano cruciali per accelerare il progresso dell’assistenza respiratoria.

L’incontro ha poi lasciato spazio al ricordo dei professori Leonardo Fabbri e Virgilio Carnielli sul caro amico Paolo. Un «dittatore benevolo» per Fabbri, «che guardava al futuro con curiosità e interesse» secondo Carnielli. Ma, sopra ogni cosa, sopravvive al passare del tempo il ricordo di «una grande persona».

Non è mancato il video-saluto del presidente onorario di Chiesi Farmaceutici, Alberto Chiesi, che ha visto in questo traguardo «un momento di riflessione: celebrare questo anniversario, significa celebrare la piena realizzazione della missione di Chiesi».

Sara Magnacavallo

© Riproduzione riservata

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