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IL CASO

L'ecstasy, il malore e l'allarme non dato: così è morta la 15enne a casa dell'amico

L'ecstasy, il malore e l'allarme non dato: così è morta la 15enne a casa dell'amico

di Georgia Azzali

26 Settembre 2025, 03:01

«Non sa di niente». Nina (la chiameremo così) parla e poi sorride davanti alla telecamera del telefonino. Il primo sorso di quell’acqua in cui poco prima erano stati sciolti i cristalli di Mdma (ecstasy): la dose fatale che qualche ora dopo la ucciderà, a 15 anni appena. È il ragazzo a riprendere tutta la scena con il suo cellulare: lui e lei che si passano il bicchiere, seduti davanti alla scrivania nella camera del giovane in un appartamento a San Lazzaro. Quattro brevi video che hanno aiutato gli investigatori della Mobile a ricostruire quelle sedici ore, tra il primo pomeriggio di domenica 11 agosto 2024 e la mattina dopo, da quando Nina e l’amico si sono incontrati fino alla morte della ragazzina.

I video dello sballo

Brevi filmati ripresi con il telefonino del ragazzo e che poi lui ha cancellato alle 4,46, prima di andare a dormire, quando molto probabilmente Nina è già morta, e negli stessi minuti in cui uno dei due amici, arrivati in casa nella notte, stava andando via, come testimoniato da una delle telecamere di una ditta di via Emilia Est. Già, perché per ricomporre il mosaico di ciò che è accaduto in quel giorno d'agosto, oltre a quei quattro video, grande rilievo hanno avuto le analisi dei telefonini di Nina e dell'amico - 20enne, origine moldava - e i fotogrammi di alcune telecamere piazzate nella zona accanto al condominio.

Il pranzo e gli spostamenti

Oltre 14 ore, tra domenica e lunedì, che gli investigatori, coordinati dalla pm Francesca Arienti, hanno verificato arrivando a nomi ed eventuali responsabilità. Partiamo dall'incontro tra Nina e l'amico: era stato lui a inviare un messaggio Instagram per invitarla a pranzo. Sono le 14,30 circa. L'inizio di un pomeriggio e di una notte trascorsi sempre insieme. O, almeno, è ciò che hanno appurato gli investigatori analizzando le copie forensi dei telefonini. Anche tutti gli spostamenti, infatti, da quel momento in poi, sarebbero stati fatti in coppia. Dopo aver pranzato i due ragazzi trascorrono tutto il pomeriggio in casa, ascoltando musica e guardando qualche film. Escono pochi minuti dopo le 19 per andare a Porporano, con la bici elettrica della 15enne: il 20enne ha appuntamento con alcuni amici, ma prima i due fanno una sosta a casa della nonna di Nina, che dà alla ragazza una quarantina di euro per la serata. Tutti spostamenti geolocalizzati: alle 20,10 sono a Porporano, un'ora dopo al Botteghino e alle 22,10 nel parco di via Newton.

L'acquisto dei cristalli

E' uno dei momenti cruciali della serata. Il 20enne dirà che, una volta al parco, lui e Nina si sarebbero separati per una mezz'ora, lasciando intendere che la ragazzina sarebbe andata ad acquistare l'ecstasy, ma in realtà entrambi i telefonini vengono geolocalizzati alle 22,20 all'angolo tra via Parigi e via Madrid. Ed è qui che lui e Nina avrebbero acquistato i cristalli di Mdma da un 19enne parmigiano (in quel momento ancora minorenne), al quale sarebbero stati ceduti nei giorni precedenti da una 20enne residente nel quartiere.

La «bevuta» e il malessere

Una decina di minuti dopo Nina e l'amico sono già di ritorno a casa di lui. La preparazione del «cocktail» è semplicissima: basta versare in un bicchiere d'acqua i cristalli e farli sciogliere. Il video riprende due ragazzi sorridenti, che si scambiano battute. Anche se a un certo punto Nina sembra essere sfiorata dalla paura: «Ricorda il fatto che se starò male...», dice. E non fa nemmeno in tempo a finire la frase che lui la rassicura: «Non starai male...».

Ma un paio d'ore dopo, Nina comincia ad avvertire una prima fastidiosa sensazione di calore. All'1 circa, infatti, quando tutti e due scendono sotto casa per comprare le sigarette nella tabaccheria poco distante, acquistano anche una bottiglietta d'acqua. Al rientro, però, quella percezione aumenta, tanto che Nina si toglie i vestiti e fa una doccia. Fa fatica anche a reggersi in piedi e si distende sul letto della camera della madre del 20enne.

La situazione sta diventando preoccupante. Se ne rende conto anche il ragazzo, tanto che contatta sia il giovane che gli aveva venduto la dose sia un altro amico, anche lui minorenne in quel momento, e presente quando c'era stato lo scambio dell'ecstasy.

La cocaina per «tirarla su»

Arriveranno insieme, alle 2,20. Ma nessuno dei tre in quella casa chiamerà i soccorsi: tenteranno, però, di contattare vari numeri, verosimilmente di spacciatori. A un certo punto uno dei due ragazzi arrivati insieme esce di casa e va a cercare qualcosa nei dintorni, che non trova. Molto probabilmente cocaina per «tirarle su» Nina, secondo gli investigatori, in base anche alle testimonianze raccolte.

Poi tutti se ne vanno: prima il pusher, poi l'altro ragazzo e infine l'amico di Nina, che va a dormire in camera sua. Solo alle 9 passate, quando si sveglierà, chiamerà i soccorsi. La testa reclinata oltre il bordo del letto, lei non c'era più.

Georgia Azzali

© Riproduzione riservata

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