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Lutto

Addio a «Pugnàta», cuore grande dell'Aquila Longhi

Addio a «Pugnàta», cuore grande dell'Aquila Longhi

di Lorenzo Sartorio

30 Settembre 2025, 03:01

Il Circolo Aquila Longhi è in lutto per la scomparsa di un suo vessillifero: per l’anagrafe Sergio Ponzini, ma per tutto il piccolo mondo della parmigianità, compreso il circolo di vicolo Santa Maria dov’era di casa, era semplicemente «Pugnàta». Uno «stranómm» (in italiano è la pignatta, ndr) che la diceva lunga sull’appetito di Sergio il quale, oltre avere uno stomaco molto capiente, aveva un cuore altrettanto grande: «grand cme na cà».

Taciturno, simpaticamente bastian contrario, anima libera, un po’ tanto anarcoide (era il suo bello), buono come il pane, acuto nei giudizi e nelle osservazioni, Sergio, era uno dei pochi che ascoltava molto ma parlava poco ma, soprattutto, quando c’era bisogno di lui, lo si trovava sempre a qualsiasi ora del giorno e della notte. E, di solito, chi attua questo comportamento è un saggio. Sergio lo era e, pur non avendo effettuato studi, aveva una sua filosofia di vita che lo portava sempre dalla parte dei più deboli e dei più sofferenti senza fare tanto clamore e senza amare le luci della ribalta. Scudiero, unitamente a Nando Remagni («al Grilo»), del grande Corradone Marvasi (indimenticato presidente dell’«Aquila Longhi»), Sergio, è stato l’autista del pulmino crociato del «Parma Club Aquila Longhi» sul quale salivano a bordo i fedelissimi capeggiati da Corradone in tutte le trasferte del Parma. All’amico fraterno Corradone lo accomunava la passione per il «caval pisst». E, a questo proposito, due simpatici amarcord. Una signora che fece visita al cicolo chiese a Corradone e a Sergio quanto cavallo pesto mangiassero a pasto. Risposta: «un’ esagerasjon».

Corradone, una mattina, inviò Sergio ad acquistare al «pìsst» dall’amico «pcär» Bruno Schivazappa. Di ritorno, il fedelissimo disse a Corradone: «j ò tot sett’etto äd pìsst». Risposta di Corradone: «parchè ti, n’in magnòt miga?». Il circolo era la sua seconda casa, i suoi collaboratori più stretti la sua seconda famiglia: Nando, Walter, Attilio, Adriano, Corradino e la Luciana, la Patrizia, Tullio, Andrea Paini e tanti altri vessilliferi della parmigianità come Claudio Mendogni, Adriano Catelli, «Gigétt» Mistrali, Enrico Maletti, Claudio Saccani, Corrado Cocchi, Walter Ferrari, Giuliano Mazzera e gli indimenticati Ruggero Mordacci, Giotto Savini, Ugo Romani e Bruno Schivazappa. Già, Sergio, per tutti «Pugnàta»: una bella persona, un amico sincero, un uomo umile e buono. Un vero «pramzàn dal sas».

Lorenzo Sartorio

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