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Intervista

Mercoledì arriva Roberta Bruzzone: «Non sono madre ma i figli degli altri mi danno molto lavoro»

Mercoledì arriva Roberta Bruzzone: «Non sono madre ma i figli degli altri mi danno molto lavoro»

di Mara Pedrabissi

06 Ottobre 2025, 09:45

In vista del suo appuntamento parmigiano con «Genitori sull’orlo di una crisi di nervi» mercoledì 8 ottobre alle 21, la psicologa e criminologa Roberta Bruzzone, in quest’intervista, ci dà una sorta di assaggio: all’Auditorium Paganini, nella sua conferenza teatrale, parlerà di famiglia e genitorialità.

Un curriculum lunghissimo e prestigioso, ma oggi come si presenterebbe?

«Sono Roberta Bruzzone e mi occupo da tanti anni di psicologia descrittiva e forense: all’attivo ho centinaia di casi giudiziari analizzati come consulente tecnico. Mi occupo di comunicazione, soprattutto riguardo la parte criminologica da diversi anni e ora conduco un programma tutto mio sulla Rai».

Lei è un modello per molti: ma come si diventa Roberta Bruzzone?

«Impossibile: ci si nasce. Io sono io e ognuno ha la propria specificità. Sono una persona che ha seguito da sempre le sue ambizioni e i suoi interessi, senza farsi mai distrarre. Non credo che possa esserci qualcun altro come me, bene o male. Le peculiarità che ho io sono particolari: sarebbe difficile pensare che qualcuno possa replicarle».

Centinaia e centinaia di casi seguiti… in tutti questi anni di carriera, che cosa la fa alzare al mattino con questa determinazione?

«Il desiderio di giustizia: so di poter contribuire salvando delle vite e migliorando la situazione di certe persone. Mi impegno a far sì che alcune famiglie possano avere giustizia e questo è il motivo per cui mi alzo tutte le mattine. Non è certo per un fattore economico, perché ho molto più di quanto avrei mai pensato di avere. Inoltre se fosse questo il parametro, mi verrebbe molto sterile lavorare».

Mercoledì in scena con lei ci sarà Giuseppe Lavenia. Che cosa porterete insieme all’Auditorium Paganini?

«È uno psicologo e psicoterapeuta che si occupa da tanti anni di benessere digitale e genitorialità. Abbiamo unito due mondi apparentemente distanti, ma in realtà molto sinergici e arricchenti. Diciamo che siamo un po’ il poliziotto buono e quello cattivo, facile indovinare chi sono io. Tra aspetti più puntuali e incisivi, che formano la mia parte, lui raccoglie invece un quadro generale».

A chi invece la critica perché si occupa di figli pur non essendo madre, che risponde?

«Rispondo che mi hanno dato un sacco di lavoro le famiglie e i figli degli altri. Quando la situazione deflagra e io ne raccolgo i pezzi, sono pienamente autorizzata a dare indicazioni. Conosco il percorso che porta a quel tipo di tragedia, mentre la maggior parte dei soggetti che hanno fatto figli, forse poteva risparmiarsi la fatica. Adulti fragili, frastagliati e vulnerabili, che hanno bisogno dell’approvazione dei propri figli. Questo li rende genitori estremamente inefficaci e inadeguati: chi non ha mai imparato a stare al mondo, difficilmente può insegnarlo a qualcun altro».

Info: biglietti su ticketone.it.

Alessandro Frontoni

© Riproduzione riservata

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