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I COLLOQUI CON GLI PSICHIATRI

Chiara Petrolini: «Ho voluto il secondo figlio perché il primo era morto. Li ho sepolti per tenerli vicini, ma non pensavo di fare del male»

Chiara Petrolini: «Ho voluto il secondo figlio perché il primo era morto. Li ho sepolti per tenerli vicini, ma non pensavo di fare del male»

di Georgia Azzali

08 Ottobre 2025, 09:11

Traversetolo Un figlio nato. E sepolto subito dopo in una buca scavata con le sue mani nel giardino di casa. Ma Chiara Petrolini, poco più di un anno dopo, il 7 agosto 2024 partorisce il suo secondo bambino. Anche quel neonato, morto dissanguato dopo il taglio (senza legatura) del cordone ombelicale, verrà sotterrato nella stessa aiuola della villetta di Vignale. Eppure lei, accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione di entrambi i cadaveri, nei colloqui con i consulenti psichiatri nominati dalla Procura, Mario Amore e Domenico Berardi, rivela che la seconda gravidanza non è stata casuale: «L'ho cercata perché la prima era andata male», dice in un colloquio con gli specialisti.

«Un dono e una rivincita»

Uno dei punti focali anche della nota tecnica elaborata dal Reparto analisi criminologiche del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) di Roma, di cui lunedì ha parlato al processo il colonnello Anna Bonifazi, responsabile della sezione di Psicologia investigativa. In particolare, sul secondo parto, avvenuto in casa in completa solitudine come il primo, Chiara riferisce agli specialisti: «Pensavo fosse andato tutto bene in realtà... poi quando ho ripreso i sensi non respirava più... la causa della morte è stato proprio il taglio del cordone, ma io non ero informata, non avevo chiesto a nessuno». Quella seconda gravidanza, voluta, doveva essere una sorta di «rivincita», un modo per rassicurare se stessa sul fatto che riuscisse a partorire bambini vivi. E anche «un dono della nonna solo per lei»: la nonna, morta nel luglio del 2022, a cui era molto legata e continua a ricordare.

Lo svenimento e la buca

Per tagliare il cordone ombelicale usa una forbice, che è nella taverna di casa, dove partorisce, o almeno è ciò che racconta, anche se nessuna delle cesoie poi analizzate dal Ris rivelerà tracce di sangue. Il bambino nasce vivo, specifica, ma è quanto aveva già stabilito senza alcun dubbio anche l'autopsia, poi racconta di essere svenuta e di essersi risvegliata dopo una decina di minuti accorgendosi che purtroppo il neonato era morto. Così, esce in giardino e scava la buca per seppellire il piccolo, a poca distanza dal fratello. Ma quando lo psichiatra le chiede se in lei ci fosse inconsciamente la volontà di farsi scoprire, visto che gli scavi erano poco profondi, la risposta della ragazza è spiazzante: «No, perché io non pensavo di aver fatto niente di male... di sbagliato».

«Non ho pensato al 118»

Una trama tragica che si ripropone. Ma la prima gravidanza sarebbe stata casuale: all'inizio sente di avere «paura», ma man mano che i mesi passano dice di «provare felicità». Eppure, non ne parla con nessuno. Interrompe anche la relazione con Samuel Granelli, il padre di entrambi i bambini, perché lui la tradisce. Non ha la forza di parlare della gravidanza né con i genitori né con gli amici, tuttavia spera che se ne accorgano, ha bisogno di qualcuno che la aiuti a dirlo. Racconta che il primo bambino, partorito il 12 maggio 2023, era nato morto, tuttavia anche se l'autopsia non è riuscita a stabilire con certezza se il neonato fosse vivo, considerando che erano stati ritrovati solo resti ossei, ha anche precisato che «è del tutto prospettabile che la causa del decesso non sia da ascriversi a una morte endouterina fetale». Le chiedono come mai non avesse chiamato il 118, perché forse il piccolo poteva essere salvato, ma lei spiega di «non averci pensato», di essere stata in quel momento «poco lucida».

«Il mondo pericoloso»

Durante la prima gravidanza fantastica su come sarebbe stata la sua vita da giovane mamma, mentre fa da baby sitter a un bimbo di 2 mesi. E quando le viene chiesto perché il progetto non si è compiuto, Chiara dice che avrebbe voluto realizzarlo senza dirlo a nessuno. Perché lei vede il mondo «cattivo ma anche pericoloso» e non avrebbe voluto trasmettere i dolori vissuti da lei al bambino, perché le persone avrebbero potuto dirgli frasi del tipo «tua mamma era così...».

L'amico e le molestie

Un universo fatto di cose brutte. E quando gli psichiatri cercano di scavare nei suoi traumi, Chiara, 22 anni, parla della morte della nonna, una seconda mamma per lei, con la quale forse si sarebbe confidata. Aggiunge anche un altro episodio che l'avrebbe particolarmente segnata: non una violenza completa, probabilmente una molestia, nel 2021, da parte di un amico che durante una festa le avrebbe chiesto di seguirlo perché le doveva parlare. Non emergono altri dettagli, tuttavia lei racconta di essersi sentita tradita proprio perché lo riteneva un amico.

«Vorrei diventare madre»

Eppure, dopo le due gravidanze, aveva sognato spesso lei mamma che spingeva un passeggino con due bambini. E' anche convinta che a Samuel non importi nulla della morte dei figli, «perché in fondo non li aveva mai desiderati». E per il futuro spera ancora di diventare madre: spiega che non affronterebbe tutto da sola ma si rivolgerebbe a persone che potrebbero aiutarla. Vorrebbe altri figli, tuttavia si mostra perplessa considerando ciò che è accaduto. Da oltre un anno è agli arresti domiciliari, ma il pensiero del carcere rimane. E a volte riferisce di aver pensato anche alla morte e al suicidio.

«I piccoli accanto a me»

Ama i bambini, così dice. E lo dimostrerebbe la sua scelta del corso di Scienze dell'educazione: il desiderio di insegnare, ma anche i suoi lavori come baby sitter e nei centri estivi, oltre al suo impegno come catechista. Quei due piccoli, poi, dice di sentirli sempre accanto a sé. Sono loro a darle sostegno.

Il Racis: «Altri delitti?»

Ma per gli esperti del Racis Chiara avrebbe avuto una «fredda e lucida intenzione di arrivare all'esito finale». Valutazioni in linea con l'analisi dei consulenti della procura, che l'hanno dichiarata completamente capace, ma la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'assise è appena cominciata. Tuttavia, gli esperti del Racis ipotizzano uno scenario ancora più inquietante. «Non è possibile escludere che, stante le dinamiche seriali connotanti il suo comportamento - scrivono nella relazione - avrebbe potuto, se non scoperta, commettere analoghi delitti in seguito ovvero ne abbia commessi altri simili in passato».

Un'ombra lunga. Greve. Che si proietta anche sul passato.

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