CELEBRATI GLI 80 ANNI
Confedilizia ha celebrato i suoi primi 80 anni organizzando un evento con il presidente nazionale Giorgio Spaziani Testa, Daniela Barigazzi, presidente di Ape Confedilizia Parma, e Andrea Cartosio (Coordinamento tributario Confedilizia). Fondata il 21 luglio 1945, Confedilizia è una vera «organizzazione storica del proprietario di casa», per usare la definizione della presidente Daniela Barigazzi, che negli anni ha potenziato servizi, arrivando ad oltre 3mila associati, con una crescita quasi esponenziale.
«Ottant’anni di attività ininterrotta e proficua nel solco dello scopo per il quale sono state fondate le associazioni della proprietà edilizia: tutelare e rappresentare interessi dei proprietari d’immobili e proprietà edilizia e promuovere sviluppo economico ed efficiente gestione della proprietà edilizia», ha proseguito Barigazzi, ricordando anche il primo nucleo di avvocati incontratisi a Roma dedicato al diritto immobiliare nel 1980, grazie all’intuizione del compianto presidente Corrado Sforza Fogliani.
Gli interventi di Spaziani Testa e Cartosio si sono concentrati rispettivamente su «Le novità sull’immobiliare» e su «Vecchi e nuovi bonus».
Spaziani Testa ha sottolineato il duplice scopo di Confedilizia: fornire servizi ai proprietari e attivare una sorta di rappresentanza di tutela dei valori. A questo proposito ha citato la recente manovra, disconosciuta dai due vicepremier Tajani e Salvini, sull’aumento dal 21 al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi, limitata solo ai casi in cui i proprietari non ricorrano a piattaforme di intermediazione come Airbnb o Booking. «Una modifica che - dice - è una finta riduzione, riguardando un numero esiguo di contribuenti. La motivazione per il ministro Giorgetti risiede nel limitare una presenza eccessiva dell’affitto turistico nelle grandi città, a discapito degli alloggi destinati alle famiglie».
Spaziani Testa critica l’impostazione: se è vero che c’è un’emergenza abitativa, sottolinea, occorre compiere manovre di riequilibrio che incentivino i proprietari a una scelta diversa. La proposta è estendere l’aliquota del 10% in caso di contratti a canone concordato e ridurre l’Imu. La scelta inoltre di prorogare a tutto il 2026 i bonus, che il presidente Confedilizia preferisce chiamare «incentivi», non è ritenuta soddisfacente, perché impedisce una programmazione e lo stabilire priorità di intervento. Senza contare - è stato detto - che con l’aliquota ridotta al 36% e successivamente al 30% per le abitazioni non principali si rischia di lasciare in stato di abbandono molte proprietà.
Antonella Colombi
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