Gente di campagna
Non tutti i «giovani» della montagna lasciano la montagna e Tiziano Truffelli è tra i tanti (pochi?) ad aver fatto una scelta precisa, quando giovane lo era davvero (oggi ha 50 anni): come lui, in molti, preferiscono fare tanti chilometri per andare a lavorare (nel suo caso, a Valmozzola), ma poi la sera tornare a casa. Che per Truffelli (iscritto alla Coldiretti e socio del Consorzio Alte Valli) è a Casale di Tornolo, dove ad aspettarlo ci sono Mia, Lula e Tara, le sue tre bellissime femmine di Lagotto romagnolo; i suoi cavalli Dolly, Piuma e Frida; e le decine di alveari, fiore all’occhiello della sua azienda agricola.
«La nostra, è una terra fatta di piccole realtà come la mia – dice della sua azienda -, dove ci impegniamo da sempre ad ottenere prodotti di elevata qualità in cui concentriamo tutta la nostra passione nel prezioso mondo delle api». Di cui si occupa dal 2017.
«Ho iniziato aiutando mio fratello. Poi, cinque anni fa, sono partito con le mie prime 20 famiglie. Oggi, ne ho una novantina».
E il miele che vede la luce in questo angolo di parmense, lontano dai centri trafficati, è genuino e biologico (non sempre serve una certificazione per avere la certezza di un prodotto sano): in media, produce da 10 a 13 quintali di miele all’anno. «La qualità varia di anno in anno in base alle fioriture e alle condizioni meteorologiche: oltre al millefiori, c’è il delicatissimo miele d’acacia e poi il più deciso castagno».
Solo apiari stanziali, e dunque niente nomadismo per l’azienda di Truffelli, che, come tutti i produttori di miele, lamenta gli effetti del cambiamento climatico. Le alte temperature e la scarsità di piogge hanno portato quest'anno a un calo significativo della produzione made in Italy: circa -40% rispetto al raccolto potenziale su scala nazionale.
Anche quando poi piove, non è raro che le precipitazioni siano «intense con devastanti grandinate», come quella che ad agosto si è abbattuta sulla Valtaro e sulla Valceno.
«L’anno scorso - spiega Truffelli - la primavera pressoché inesistente ci ha fatto perdere la produzione di acacia, mentre è poi andata bene quella di castagno. Quest’anno, invece, la situazione si è invertita: ottima l’acacia, che è fiorita nei tempi giusti; meno bene il castagno, per l’estrema siccità».
«Ora, anche in Valtaro ha fatto la sua comparsa la terribile vespa vellutina – continua -, nemica mortale delle api. Ne ho trovate alcune sulle arnie ed è partita la segnalazione».
L’allarme in montagna è già scattato, e sabato, nella sala riunioni della Comunalia di Albareto, si terrà un incontro informativo organizzato dall’Associazione apicoltori Reggio Parma, aperto a tutti proprio per affrontare questo tema.
Monica Rossi
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