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FIDENZA

Pastaparola, quando gli anolini sono fatti davvero con amore

L'attività di laboratorio consente di coinvolgere ragazzi portatori di disabilità

Pastaparola, quando gli anolini sono fatti davvero con amore

di Mattia Dallaturca

24 Gennaio 2023, 09:39

Un Laboratorio per il futuro. È questa l’idea alla base di Pastaparola , un laboratorio di pasta fresca artigianale gestito da ragazzi con disabilità sotto la guida di Marilena Porcari, la sorella Elena e il figlio John. «L’associazione è nata da poco, ma il progetto è in piedi da tredici anni quando ho iniziato ad occuparmi dell’accoglienza di minori con disabilità – ha spiegato la responsabile Marilena Porcari. A sessant’anni sono andata in pensione come ostetrica e ho deciso di dedicare tutto il mio tempo ai ragazzi. Probabilmente l’età in cui generalmente si diventa nonni ha fatto scattare qualcosa in me, così ho voluto concentrarmi non più sui ragazzi giovani, ma su quelli più grandi (dai 14 ai 25 anni) per provare a dare loro un futuro che altrimenti non sarebbero in grado di costruirsi».

La sede operativa si trova a Chiusa Ferranda e nasce dalla palestra di una vecchia scuola che il comune di Fidenza ha venduto per uso sociale all’associazione. In pochi anni, grazie ai lavori di ristrutturazione, la palestra si è trasformata nel laboratorio dove i giovani Nicolas, Michel, Ivan e Daniela, sotto la supervisione degli adulti, preparano e confezionano la pasta, seguendo le ricette originali della tradizione, apprese e tramandate dalle massaie.

I prodotti di punta di Pastaparola sono quattro, tutti realizzati con materie prime di alta qualità del territorio e a km0: anolini (fidentini), passatelli, tortelli d’erbetta e tortelli dolci.

Oltre ai clienti locali, non mancano anche quelli stranieri. Il primo ordine di anolini, infatti, è arrivato in Kazakistan con don Pierluigi Callegari che per Natale ha voluto fare un regalo speciale ai suoi parrocchiani.

Pastaparola e il suo laboratorio hanno l’obiettivo concreto di offrire un lavoro ai ragazzi con disabilità, bisognosi di un riconoscimento sociale che altrimenti non avrebbero, e allo stesso tempo permettono loro di socializzare e costruire nuove amicizie.

Trovare la giusta mansione per ognuno dei ragazzi è molto più facile di quanto si pensi: lo si può intuire dallo sguardo e dalla curiosità con cui osservano le cose. Attraverso il lavoro si sviluppano e si allenano capacità specifiche come pesare la pasta, inscatolarla, disporla in ordine sui vassoi ed etichettarla.

«Il nostro è un progetto di vita che si va a costruire - ha concluso Marilena -. Il bene deve essere una cosa reciproca: io devo fare il mio, ma soprattutto il loro. Il nostro sogno è di rendere Pastaparola un’impresa sociale, dove siano i ragazzi, affiancati da persone qualificate, a gestire e portare avanti l’attività».

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