coenzo
Il primo piatto più rinomato della tradizione parmigiana, un oggetto che ne riproduce la rotonda perfezione, il lavoro e l’abnegazione del Porto di Coenzo e l’esilarante collaborazione del duo di «Io parlo parmigiano», che per l’occasione ha coniato lo slogan: «S’à vrìv fär dal bén, tolì l’anolén».
Erano questi gli ingredienti del progetto solidale «Il portachiavi dell’anolino», l’iniziativa che ha riscosso uno straordinario successo in termini economici e di partecipazione realizzato dai ragazzi del laboratorio socio occupazionale gestito da Proges, iniziata a fine novembre del 2022 e terminata il 30 aprile di quest’anno. I 2500 portachiavi di pelle a forma di anolino sono stati realizzati con materiale recuperato dagli scarti di produzione donati da importanti aziende di moda del territorio e venduti con la collaborazione di commercianti, che si sono prestati a farlo per beneficenza per un ricavato di oltre 11mila euro, donato proprio al centro che accoglie persone con disabilità fisica e intellettiva.
Il momento della consegna dell’assegno da parte dei rappresentanti di «Io parlo parmigiano» è stato celebrato sabato: erano presenti la presidente di Proges Michela Bolondi, Stefano Galvani per «Bally - Abbigliamento di lusso»; Carlo Ferrari di «Mondadori Euro Torri store», Stefano Cantoni per «Rugby Colorno», Stefano Mozzoni di «Mozzoni Store», oltre che ai ragazzi e agli educatori del Porto. «Quest’anno festeggiamo il decimo anno di attività – hanno spiegato Rico e Baroz di “Io parlo parmigiano” – e questo progetto ideato e creato insieme agli amici del Porto (che quest’anno celebrano il ventennale) è la “ciliegina sulla torta” di una collaborazione che dura ormai da tre anni. Dopo il successo del primo portachiavi “Scàntot”, poi successivamente “Gozén” a forma di maiale, volevamo donare a Parma e provincia un oggetto unico che riunisse in qualche modo tutti. Ci teniamo a ringraziare in particolar modo tutti gli amici che hanno dato man forte a questa campagna benefica vendendo gli anolini nei loro punti vendita. Senza il loro prezioso sostegno non avremmo mai raggiunto questo traguardo». «Il Porto di Coenzo è stato capace di crescere nel corso degli anni e svilupparsi con competenza, creando al contempo un profondo legame con le famiglie dei ragazzi che ne vivono la quotidianità» ha concluso la presidente Bolondi.
Christian Marchi
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