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FEMMINICIDIO DI SALSO

ll marito bloccato da una carabiniera libera dal servizio. "Ho sentito delle urla, ho visto la donna a terra e un uomo che la colpiva sul volto" - Video

Il sindaco Musile Tanzi: "Oggi per Salsomaggiore si scrive una pagina triste. Auspichiamo che giustizia sia fatta". La Russo: "Il femminicidio è il sintomo di un problema culturale"

28 Novembre 2023, 12:09

«Ho sentito le urla dalla strada, ho deciso di intervenire immediatamente. Ho trovato la porta dell’appartamento aperta e ho visto un corpo riverso. All’interno c'era un uomo che impugnava una mazza e che ha colpito la donna al volto, nonostante io fossi entrata». Così racconta la carabiniera Noemi Schiraldi, 31 anni, da quattro in servizio alla stazione di Salsomaggiore , che questa mattina, mentre si trovava libera dal servizio, ha bloccato l’autore di un femminicidio. «A quel punto mi sono avvicinata all’uomo, mi sono qualificata - prosegue Schiraldi - e ho intimato di allontanarsi. Non ha opposto resistenza, io allora ho atteso l'arrivo dei colleghi e mi sono assicurata che stesse arrivando il 118». L’uomo indiano fermato per l’omicidio della moglie, Meena Kumari, 66 anni, connazionale, avrebbe pronunciato frasi non comprensibili.

Il tempestivo intervento non è bastato a salvare la vita della 66enne.

Guarda la videointervista alla carabiniera Noemi Schiraldi.

E il sindaco di Salso, Luca Musile è intervenuto con un post sul suo profilo Facebook.

"Oggi per Salsomaggiore si scrive una pagina triste. Quello che è accaduto questa mattina in via Trento è un fatto gravissimo: nonostante si continui a ripetere che "non deve più succedere" puntualmente ci troviamo di fronte sempre allo stesso copione.
La violenza domestica è un male intollerabile che non dovrebbe mai trovare spazio nelle nostre vite. Come società, dobbiamo impegnarci a combattere contro qualsiasi forma di violenza e lavorare insieme per creare un ambiente sicuro per tutti. Questo tragico evento ci ricorda l'importanza di essere vigili, di intervenire quando vediamo segnali di pericolo e di promuovere una cultura della vita e del rispetto.
Voglio ringraziare il carabiniere che, per prima, ha cercato di fermare la violenza del marito della vittima: un'azione coraggiosa che, purtroppo, non è bastava a salvare la vita alla donna.
Auspichiamo che giustizia sia fatta e che chi è responsabile di questo atto sia tenuto a rispondere delle proprie azioni di fronte alla legge".

L'intervento di Gaetana Russo (FdI), deputata eletta a Salsomaggiore: "Il femminicidio è il sintomo di un problema culturale"

"Ci siamo tutti stretti - afferma in un comunicato stampa Gaetana Russo, onorevole di FdI eletta a Salsomaggiore - qualche giorno fa al dolore della famiglia di Giulia Cecchettin e alle famiglie delle 106 donne uccise dall'inizio dell'anno, per mano di mariti, compagni, corteggiatori, e nel celebrare la giornata contro la violenza sulle donne, la politica si è impegnata a muoversi per mettere fine a quella che sembra una strage infinita, non più silenziosa, dirompente, brutale e colpisce donne di tutte le età ed estrazioni sociali".

"È necessaria  - continua la Russo - una piena ed efficace applicazione del Codice Rosso, misure di prevenzione, certezza della pena, sostegno ai centri antiviolenza, alle forze dell'ordine e formazione nelle scuole, ma il femminicidio è soprattutto un problema culturale, una concezione del possesso che nulla ha che fare con l'amore, ed è evidente che rappresenti un nervo scoperto tanto più per chi è ai margini della società, in condizioni di povertà, in contesti di immigrazione che rivelano un'integrazione sociale che è sulla carta, ove molto spesso le dinamiche di "potere" nei ruoli familiari sono accentuate. Una marginalizzazione lavorativa e sociale, frutto di un divario dei ruoli tra marito e moglie, e che non ha voce, tanto più se la donna non lavora, parla poco italiano ed è relegata a casa rispetto al marito. Attenderemo di conoscere che cosa è accaduto a Salsomaggiore, se vi erano già stati episodi di violenza a danno della donna, e quali saranno le risultanze dei carabinieri, che ringrazio per il lavoro quotidiano nel territorio, e che prontamente hanno fermato il marito della signora straniera uccisa stamani. Ma è evidente, ferma la condanna netta che non si può che assumere per atti criminali come quello di oggi, che non ci si possa più voltare dall'altra parte".

Laura Cavandoli (Lega): "Informare per prevenire"

 “La tragica morte  - dice Laura Cavandoli (Lega) in una nota stampa - della donna indiana uccisa violentemente dal marito questa mattina a Salsomaggiore è un 'altro' femminicidio che arriva proprio nei giorni in cui l’opinione pubblica sta interrogandosi sul tema della violenza contro le donne. Purtroppo questa tragedia ci ha colpito da vicino travolgendo le manifestazioni popolari - con risvolti anche violenti - di questi giorni.  Occorre adesso ribadire l’importante ruolo delle istituzioni e degli strumenti per prevenire la violenza domestica che si basano sulla fiducia ma soprattutto sulla loro conoscenza. Quando si manifestano i primi episodi di violenza o maltrattamenti, ogni donna deve sapere che non è sola e che può chiedere aiuto per scongiurare ulteriori violenze".

"Si deve  - conclude la nota - diffondere ulteriormente la conoscenza degli strumenti specificamente dedicati a prevenire casi di violenza domestica e femminicidi, dando risalto all'impegno e alla competenza che le forze dell'ordine esprimono ogni giorno e portando nelle scuole il rispetto della vita umana, la cultura delle pari opportunità e dell'educazione alle relazioni.  Le istituzioni ci sono e sono pronte a formare e ad intervenire, come hanno dimostrato i Carabinieri - che ringrazio -  in questa circostanza, arrestando rapidamente il colpevole dell’aggressione.”

La Cgil di Parma: "Non restiamo in silenzio"

"Facciamo rumore, non stiamo zitti! Il rumore - afferma un comunicato stampa della Cgil di Parma -  che ha caratterizzato le piazze e le manifestazioni del 25 novembre per Giulia e per tutte le donne morte di femminicidio, continua, deve continuare e diventare un'onda di indignazione e contrasto attivo e quotidiano per ognuna e ognuno di noi, donne, uomini, istituzioni, scuole, associazioni, politica. Ancora una volta, nella provincia di Parma, una donna uccisa brutalmente per mano di un uomo, del compagno, una donna uccisa a colpi di mazza, distrutta, cancellata. Non ci servono altri particolari, non serve sapere altro, non ci sono contesti da ricostruire o distinguo da articolare, in questo momento".
 
"Serve il rumore - continua il comunicato - che deve spazzare via l'indifferenza, stravolgere questa narrazione patriarcale e maschilista del possesso che ha radici profonde nella società, rivendicare una cultura nuova. Se un uomo su quattro ritiene che si stia dando troppa enfasi ai femminicidi e se l'opinione che si registra più diffusamente è quella che i femminicidi siano legati al degrado generale della società il nostro rumore deve continuare ancora più forte. Non dobbiamo tacere di fronte ai commenti sessisti che sentiamo intorno a noi, ai lividi sui volti delle tante donne 'cadute dalle scale' che ci capita di incontrare. Non dobbiamo tacere di fronte alle leggi, pur importanti, contro la violenza di genere, redatte con la 'clausola di invarianza finanziaria', a costo zero per intenderci. Non dobbiamo sottostare di fronte ad immagini o pubblicità che oggettivizzano le donne, alle disparità salariali e di carriera. Sappiamo che aveva 66 anni e che era di origini straniere, non sappiamo quale fosse il suo nome. Per noi oggi, è figlia, sorella, amica, è ognuna di noi. È DONNA. È stato già troppo pesante il silenzio sulle donne vittime di violenza, ora è davvero arrivato il momento di gridare, di non stare zitti".

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