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Gente di campagna

Da ingegnere del suono a agricoltore: la scelta di Michele Pavoni

Michele Pavoni Cambio vita tra erbe officinali e mirtilli

di Claudia Olimpia Rossi

19 Febbraio 2025, 09:56

 Ingegnere del suono a Milano, il bergamasco Michele Pavoni s’innamorò della Val di Taro mentre organizzava in loco un festival musicale durante l’estate. Da lì ad acquistare un podere abbandonato da decenni a Bedonia, con stalla e fienile, fino a ristrutturare il tutto per avviare un’azienda agricola che produce frutti di bosco e erbe officinali, il passo non è stato breve.

«Mi sono trasferito - racconta - nel 2016, affezionato al posto e agli amici. A Bergamo abitavo sulle colline, da sempre appassionato alle piante anche grazie alla zia agricoltrice. Nel 2020 decisi di cambiare vita, insieme alla mia compagna. Dopo un excursus scolastico che mi aveva portato a fare tutt’altro a Milano, lavorando nell’organizzazione di eventi, frequentando la Val di Taro ho capito che questa dimensione faceva per me. Da sempre m’interessano i discorsi sulla qualità del cibo, ma in città era complicato portare avanti certi temi. Avevo bisogno di un campo dove sperimentare le mie ideologie. Ovviamente Milano offre altri benefici e opportunità, ad esempio in merito a cosa fare la sera».

Per Officina Buoni Mestieri questo è il primo anno d’inversione economica, con un equilibrio fra spese e guadagni. «Iniziare - prosegue - con un terreno incolto e la casa da ristrutturare, nei mesi del Covid e con Dante che all’epoca aveva due anni, non è stata una partenza morbida». Su un ettaro di terra, Pavoni lavora una grande varietà di piante officinali, tra cui malva, calendula, iperico, sambuco, che vengono essiccate per poi diventare tisane. Le piante sono acquistate in un vivaio ad Albareto, «uno tra i pochissimi in Italia a tenere le officinali biologiche», oppure raccolte spontanee sul podere o fatte crescere da semi. Ai mercati di Parma e di Bedonia, in azienda e su ordinazione, vende anche i propri frutti di bosco. Pavoni mette in atto una pratica per far crescere i mirtilli in campo anziché, come solitamente accade, in vaso. «Se una coltura - motiva - non sta bene dove sto io, ne faccio un’altra. I mirtilli hanno bisogno di un terreno acido. Così, cercando di manipolare meno possibile, ho iniziato a portare foglie, ricci di castagno e materiale acido dal bosco intorno a casa. E vedo con piacere che stanno sopravvivendo». Contrario alla certificazione ufficiale, il titolare di Officina Buoni Mestieri definisce il suo metodo «più che biologico», aderendo invece al percorso di garanzia partecipata del progetto Mercatiamo dell’associazione Parma Sostenibile. «Si tratta di uno stile di vita e pratiche, come mercati locali e commercio a chilometro zero, basati su sostenibilità e biodiversità, per contrastare cambiamento climatico, consumo delle risorse e inquinamento. Le aziende aderiscono al meccanismo di garanzia e accettano di sottoporsi a visite annuali per la valutazione dei criteri di agricoltura sostenibile, ad esempio senza uso di pesticidi e con un’economia su piccola scala».

LA SCHEDA
Nome: Michele Pavoni
Età: 33 anni
Segno zodiacale: Leone
Studi: Audio Ingegneria
Hobby Musica, escursioni, funghi
Sogno nel cassetto: Imparare ad andare a cavallo
Azienda: Officina Buoni Mestieri, località Libbia, Bedonia
Attività: Coltivazione e trasformazione di piccoli frutti e erbe officinali.

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