Busseto
Celebrato con solennità, a Busseto, il funerale di Gino Vascelli, scomparso all’età di 88 anni e molto conosciuto e stimato anche ben oltre i confini bussetani.
Infermiere e, per anni, responsabile dell’Unitalsi di Busseto, è sempre stato profondamente impegnato nell’attenzione agli ammalati e nel loro accompagnamento al santuario di Lourdes. Erano presenti, alle esequie, il nipote don Gianluca Leone, che ha presieduto la concelebrazione con il parroco don Luigi Guglielmoni, Padre Tommaso Zaragoza dei missionari Identes e don Daniele Benecchi, con i cognati diaconi Roberto Scagliarino e Claudio Barbieri.
E’ stato scelto, per l’occasione, il brano evangelico del buon samaritano, forse l’icona più adatta per evidenziare l’opera, semore svolta col cuore, di Gino. Tra i defunti sono stati ricordati anche la sposa Sandra, don Lino Sivelli e altri barellieri e Dame dell’Unitalsi, il cui labaro e stato esposto accanto alla bara. Molto belle le testimonianze dei numerosi nipoti, lette al termine delle esequie: «Per noi sei stato un fratello maggiore, un punto importante di riferimento; ci hai aiutato nei momenti più faticosi donandoci disponibilità e supporto, anche concreto, vista la tua professione di infermiere. Nella tua vita hai avuto molte prove dure e difficili ma non hai mai perso l’orientamento, mantenendo il tuo sguardo su Gesù, la tua fonte di energia».
«Ogni volta che venivamo a trovarti – è stato detto ancora - ci sapevi ascoltare con amore e tenerezza ed era grande consolazione fare nostri i tuoi saggi consigli. La tua malattia l’hai vissuta con grande dignità, mantenendo sempre uno spirito vivace, le tue battute spiritose. Eri un grande amante della vita; uomo di fede, di pace, di umiltà e coraggio pur nelle prove vissute nell’adesione a Gesù.. Il nostro ricordo di te è un viso sorridente che ispirava serenità. Ci addolora tanto il non poterti vedere più ma siamo felici perché ora sei finalmente con la tua sposa Sandra. Vogliamo ringraziare Franca e Sandro che con dedizione e amore hanno reso più lieve il peso della tua malattia. Tu eri solito salutarci con “Buona Pasqua!. Ora noi lo diciamo a te”». Per espressa volontà di Gino, al termine delle esequie sono state suonate a festa le campane, per testimoniare il raggiungimento della mèta.
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