arte e cultura
Folla oceanica" alla Villa Verdi di Sant’Agata che, dopo tre anni, è tornata ad aprire eccezionalmente i battenti in occasione delle Giornate d’Autunno del Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano). Dal 17 dicembre 2024 lo storico complesso è divenuto di proprietà statale dopo che il Ministero della Cultura ha ufficialmente firmato il decreto di esproprio per la Villa e le sue pertinenze. Con questo provvedimento, lo Stato ha sancito l’acquisizione definitiva della storica dimora, garantendone la salvaguardia e restituendola alla collettività come patrimonio culturale condiviso.
In questo weekend in occasione della ricorrenza della nascita del celeberrimo musicista e compositore, e per le Giornata d’Autunno del Fai, la Villa ha riaperto straordinariamente al pubblico per una visita unica ed eccezionale, curata dai volontari della delegazione piacentina del Fai. Fin dalle prime ore di questa mattina un numero eccezionale di visitatori ha colto l’occasione di tornare a visitare la bella residenza che il grande maestro e compositore Giuseppe Verdi si fece costruire in un tranquillo angolo di campagna a pochi chilometri dalla casa natale. Egli stesso ne curò la realizzazione, circondando il sobrio edificio con un bel parco romantico. In questo luogo raccolto e solitario Verdi, creò di fatto il principale luogo dei suoi affari, visse a lungo, traendo ispirazione per le sue composizioni e seguendo personalmente la gestione dei poderi. La villa conserva immutato il fascino di quel periodo e nel parco risaltano molte delle alberature scelte e messe a dimora dal celebre musicista, anche se ovviamente di vedono i segni della lunga chiusura. Tra i primi a visitare la villa, già questa mattina, diversi esponenti della famiglia Carrara Verdi, eredi del maestro. Presenti anche tantissimi giornalisti e cameraman. Cosa si scoprirà durante le Giornate d’Autunno del Fai? Le stanze di Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi, ricche di mobili pregiati, effetti personali e documenti legati alla loro vita e alle opere del maestro, sono ancora oggi accuratamente conservate e sono comprese nel percorso di visita, che comprende anche una la ricostruzione, con i mobili originali, della camera del Grand Hotel et de Milan frequentata a lungo da Verdi. Il giardino prese forma sempre sotto la guida di Verdi, che si ispirò allo stile romantico in voga in quel periodo. Il 'giardino della Peppina', come venne inizialmente chiamato lo spazio dove la compagna di Verdi scelse di coltivare bulbose e altre piante da fiore, venne in seguito ampliato e arricchito degli scenografici ambienti tipici del parco all'inglese, come il laghetto, con una piccola isola raggiungibile in barca e un romantico ponticello, e la grotta artificiale. Le piante vennero disposte a formare macchie arboree di aspetto naturale, attraversate da vialetti sinuosi, impiegando specie di spiccato valore ornamentale come il cipresso calvo e il noce del Caucaso.
La villa, recentemente acquisita dal Ministero della Cultura, da alcuni anni non è aperta al pubblico e versa in condizioni di conservazione non ottimali; il Ministero sta avviando importanti lavori di restauro e adeguamento per preservare e valorizzare questo luogo straordinario. Le visite dell’11 e 12 ottobre sono a cura di Soprintendenza Abap per le province di Parma e Piacenza, Volontari Fai (Delegazione di Piacenza, Gruppo FAI Giovani, Gruppo FAI Monticelli d'Ongina, Gruppo FAI Bobbio). La villa sarà visitabile sia oggi, sabato 11, che domani, domenica 12 ottobre. Sempre oggi e domani apre al pubblico ed è già stata al centro di numerose visite fin da questa mattina, la prestigiosa Villa Pallavicino di Busseto che sorge al centro di un'isola artificiale quadrata, al di fuori delle antiche mura di Busseto, vicino al convento di Santa Maria degli Angeli. Lo stile rinascimentale, con pianta a cinque moduli a scacchiera, quattro ai lati e uno centrale, conferisce grande simmetria e armonia alla struttura, che ricorda anche lo stemma dei Pallavicino. La villa è circondata da una peschiera quadrata, preceduta da un padiglione d'accesso seicentesco, l'arco del corpo di guardia, a cui si accede dopo aver percorso un lungo viale di pioppi. La sua costruzione iniziò negli anni venti del Cinquecento; intorno al 1530 venne acquistata dai Pallavicino e pensata inizialmente come residenza estiva in cui venne ospitato anche, nel 1533, l'imperatore Carlo V d'Asburgo, che dimostrò stupore e ammirazione per la bellezza dell'edificio. Inoltre, nel 1543
l'edificio fu sede dell'incontro tra il papa Paolo III e l'imperatore Carlo V, che sancì la creazione del Ducato di Parma e Piacenza. La villa fu in seguito ampliata e modificata dai Pallavicino nel tardo Seicento e nel Settecento, secondo il gusto dell'epoca, fin quasi all'Ottocento, senza però stravolgere l'impianto originario cinquecentesco. Nel 1959 l'edificio venne acquisito dal Comune di Busseto, divenne sede del museo civico, con notevoli testimonianze e cimeli verdiani. Un Arco trionfale seicentesco accoglie i visitatori all'ingresso della Villa, a cui si accede dopo aver percorso un lungo e suggestivo viale alberato. Diviso in tre parti con decorazioni manieriste, l'Arco presenta al centro un drappeggio, ad imitazione di un sipario teatrale aperto su una finta balaustra. Stucchi e terracotte si uniscono ad altri elementi decorativi come nicchie con statue in pietra. La particolare struttura a scacchiera, dai profili simmetrici ed armonici, espone la Villa ai venti, tanto che comunemente viene chiamata Boffalora ("che soffia il vento"). All'interno del palazzo sono conservati gli affreschi allegorici seicenteschi di Evangelista Draghi, e gli affreschi settecenteschi di Ilario Spolverini e di Pietro Rubini, oltre agli stucchi di Carlo Bossi (metà sec. XVIII). Un ampio giardino circonda la Villa e a sud del palazzo nobile sorge il Palazzo delle Scuderie, con pianta a ferro di cavallo ed estremità rivolte verso la Villa. L'apertura della Villa, grazie alla collaborazione tra il Comune di Busseto e il Fai di Parma, segna un vero e proprio nuovo inizio: l'edificio, infatti, era rimasto chiuso al pubblico dai tempi della pandemia. I visitatori oggi e domani hanno l'occasione di scoprirne non solo gli esterni, ma anche gli ambienti interni, attraverso un percorso guidato.
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