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Stasera al Meazza contro il Milan dei record. Crociati, ci vorrebbe un'impresa

13 Dicembre 2020, 12:49

PAOLO GROSSI  

Il Milan di Stefano Pioli, a cui il Parma fa visita questa sera nel posticipo della giornata numero 11, non era mai partito così forte in campionato negli ultimi sessant'anni. Né con Sacchi, né con Capello, né con Ancelotti. In più si è qualificato da primo del suo girone di Europa League. Faccia gli scongiuri, Stefano Pioli: nelle ultime tre occasioni in cui non ha perso nelle prime 11 gare stagionali (1991/92, 1992/93 e 2003/04) il Milan ha poi vinto lo scudetto a fine anno. Non è insomma l'avversario che possa garantire al Parma un sostanzioso rifornimento di punti. Già uscire imbattuti dal Meazza sarebbe una bella impresa. È vero che non ci sarà Ibrahimovic ma non è mai stata, la squadra crociata, negli ultimi anni, particolarmente vocata ad 

approfittare delle magagne altrui. Anzi, ha spesso finito con l'esaltare i rincalzi schierati dagli avversari. Basti pensare, per andare davvero indietro, a quando nella finale di Coppa Coppe nel '94 all'Arsenal mancava la stella Ian Wright e fu la sua riserva Alan Smith a siglare il gol decisivo. Piano allora a far festa perché mancherà Ibra: i vari Rebic, Leao e compagnia bella hanno doti sufficienti a crearci grattacapi. Però sempre dall'archivio vogliamo ripescare anche il precedente del successo a San Siro del Parma di Ancelotti nel '96, un Parma che era più in difficoltà di questo e che, grazie a una ''zuccata'' di Mario Stanic seppe, proprio poco prima di Natale, vincere la gara che fu davvero della svolta se a fine stagione si arrivò in Champions League come secondi.
Insomma, «à la guerre comme à la guerre» dicono in Francia. Si va a Milano con le risorse del momento e si proverà a sfruttarle al massimo. Liverani recupera alcuni elementi ma non è dato sapere se i vari Cyprien, Sohm e Pezzella siano arruolabili dal primo minuto o buoni per qualche scampolo. 
Il copione per stasera lo scriverà il Milan, non il Parma. I crociati semplicemente dovranno essere bravi ad adattarsi all'atteggiamento del Milan e a cercare di sfruttare eventuali errori tecnici o tattici. Non si può pretendere stasera di vedere progressi sulla strada del gioco propositivo, del fraseggio e via dicendo. Sarebbe bello che la squadra si mostrasse matura nel modo di tenere il campo, di interpretare i momenti della partita, alzando o abbassando il pressing e la linea difensiva in base alle esigenze in continua evoluzione nei 90'. 
Il primo tempo con il Benevento aveva mostrato un'accresciuta pulizia tecnica nelle giocate. Ecco, su quella bisognerà far leva per non sbagliare al momento delle ripartenze e provare a far male agli avversari.  In gare come queste spesso Gervinho si esalta e allora bisognerà cercare di servirlo bene e spesso, per poi accompagnarne le discese per quanto sarà possibile.
Ha ragione, Liverani, che qualcosa da perdere c'è  anche in queste occasioni: è la partita. Stavolta però pur essendo preferibile   un punto sgraffignato a una sconfitta onorevole, sarebbe già importante che, in caso di ko, la squadra avesse offerto una buona prestazione, qualcosa da riportare in campo e sviluppare in occasioni più abbordabili. Meglio ancora fare almeno un punto come con l'Inter.

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