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Casa: dalla Regione bonus affitto per famiglie e persone in difficoltà

Casa: dalla Regione bonus affitto per famiglie e persone in difficoltà

29 Maggio 2020, 03:16

Emergenza coronavirus: 15 milioni disponibili, contributo fino a 1.500 euro. Sostegno anche per gli studenti universitari e i proprietari: fino a 3

ESEMPI CONCRETI DI BONUS E CONTRIBUTI

Un nucleo familiare di due persone con circa 1.300 euro mensili di reddito da lavoro dipendente e con un affitto di 600 euro mensili, con circa 20.000 euro di patrimonio mobiliare ha un ISEE di circa 26.000 euro. Se avesse un figlio, l’ISEE calerebbe a circa 20.000 euro, con due figli a circa 17.000 euro (simulazioni su sito INPS)

Nel caso in cui la famiglia abbia accesso al contributo diretto perché, ad esempio, ha avuto un calo del 50% del proprio reddito (caso in cui uno dei due componenti ha perso il lavoro) riceverebbe un contributo di 1.260 euro (che scenderebbero a 720 euro se il calo del reddito fosse stato inferiore al 40%, come nel caso di entrambi i genitori in cassaintegrazione, o salirebbero a 1.500 euro, il massimo, se il calo fosse stato del 100% come nel caso di un lavoratore stagionale che vive da solo).

Se la famiglia si accorda con il proprietario per la rinegoziazione temporanea, ad esempio calando del 20% il canone per 12 mesi, pagherebbe 480 euro di affitto (per quel periodo) e il proprietario riceverebbe attraverso il contributo un parziale indennizzo delle minori entrate pari a 1.008 euro (con una perdita di 432 euro rispetto al canone che percepiva in precedenza). Se il periodo fosse portato fino a 24 mesi, l’indennizzo sarebbe pari al contributo massimo di 2.000 euro.

Se invece si verificasse un cambio di contratto, a canone concordato, la famiglia andrebbe a pagare per i 5 anni successivi un canone ridotto (non è possibile quantificarlo a priori ma potrebbe essere una riduzione del 20-30% o anche superiore: se fosse del 30% sarebbe un nuovo affitto da circa 420 euro/mese), e il proprietario percepirebbe un contributo ad indennizzo pari a 1.512 euro; a ciò si deve aggiungere un beneficio dato dalla minore tassazione fiscale (cedolare secca al 10% invece che al 22%) e generalmente di una riduzione IMU; dal combinato disposto di queste azioni il proprietario sull’intera durata del contratto avrebbe una “perdita” rispetto al canone libero inferiore al 15% (circa 3.888 euro) a fronte di una diminuzione del canone del 30% per la famiglia per l’intera durata di un nuovo contratto, e di una maggiore certezza di pagamento da parte dell’inquilino.

Infine, se quello stesso alloggio, invece di ospitare quella famiglia, fosse vuoto, magari perché prima dell’emergenza destinato ad affitti turistici brevi, il proprietario potrebbe stipulare un nuovo canone concordato a 420 euro al mese, percependo un contributo immediato una tantum di 3.000 euro (il massimo) a fronte di una potenziale perdita sul quinquennio di circa il 10% (circa 3.300 euro), rispetto però ad un canone libero per il quale al momento non ha né un inquilino a cui affittare, né alcuna successiva certezza di regolari pagamenti.

 

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