Preoccupano questioni legali se un dipendente si ammala di Covid
Solo il 20% degli hotel di Cattolica intende aprire questa estate, stando alle condizioni attuali. E’ quanto emerge da un sondaggio promosso dall’Associazione albergatori del comune della riviera romagnolo tra i propri 170 soci. A rispondere sono stati in 144.
Molti hanno risposto 'no' «perché ad oggi non abbiamo ancora i protocolli di sicurezza - spiega il presidente dell’associazione, Massimo Cavalieri - quindi è impensabile pianificare un’apertura, o capire se c'è sia economicamente sostenibile aprire».
C'è poi preoccupazione sul fronte legale. «Se, come vedo oggi - prosegue - il Covid viene classificato come infortunio sul lavoro e un mio dipendente contrae il virus o, nella peggiore delle ipotesi, muore, avrò prima una causa civile e poi una causa penale. Servono poi date certe sull'apertura dei confini. Se un turista mi chiama e dice, 'vorrei venire il 2 giugno', cosa gli rispondo?. Poi le frontiere per gli stranieri sono chiuse e il turismo interno non basta a coprire il fabbisogno di tutta la nazione».
Fase 2:sindaco Cattolica,protocolli e date certe per turismo - In vista della stagione turistica, sui cui pesano gli effetti dell’emergenza coronavirus servono «protocolli e date certe, adesso. Non tra 15 giorni, perchè è ora il momento necessario. I nostri operatori turistici meritano attenzione, al pari di tutti gli altri cittadini e imprenditori. Si tratta di un comparto che ha bisogno di avere una prospettiva». E’ quanto sostiene il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari, alla luce della videoconferenza del G20 Spiagge tenuta ieri con la Sottosegretaria con delega al Turismo Lorenza Bonaccorsi. «In merito ai protocolli - spiega il primo cittadino romagnolo - l’onorevole Bonaccorsi ci ha assicurato che in settimana saranno disponibili al Ministeri per i Beni e le Attività culturali: questa è una prima notizia positiva. Purtroppo, ha anche aggiunto, che la data di una plausibile apertura, non sarà possibile annunciarla prima dei prossimi 14 giorni: questo non va bene. Noi Sindaci del G20s, stante la situazione prospettata, chiediamo date certe». A giudizio del sindaco di Cattolica «le comunità e le attività dei loro territori saranno assolutamente pronte a rispettare i protocolli che verranno dati. Ma lo vogliono sapere al più presto, non tra 15 o 20 giorni. Il 1 Giugno sono pronti a far partire la stagione balneare. Adesso - conclude Gennari - «la palla» è in mano al Governo ed alle Regioni, ci auguriamo che non lascino i territori senza copertura legislativa e che non rimangano sordi a queste richieste».
Agriturismo in ginocchio perdite da 1 mld - E’ di 1 miliardo di euro la perdita stimata per gli agriturismi italiani nel 2020, con un impatto generale su flussi turistici, servizi di ristorazione e, quindi, sull'intera filiera agroalimentare. Si tratta di una crisi di fatturato senza precedenti per un comparto che nel 2018 aveva raggiunto la cifra record di 13,4 milioni di pernottamenti.
Lo fa sapere l’Ismea che stima perdite di 970 milioni di euro pari al 65% del fatturato. Il dato è il risultato innanzitutto dal tracollo della domanda internazionale, prima voce di fatturato per gli agriturismi con un 59% dei pernottamenti complessivi, che si traduce in mancati incassi stimabili in circa 700 milioni di euro. A questa componente si aggiunge la caduta della domanda interna a seguito del lockdown, per il quale sono saltati sia il periodo pasquale sia i ponti del 25 aprile e del 1 maggio, con effetti stimabili in una perdita di circa 200 milioni di euro, pari al 40-50% della quota annua derivante da ospiti italiani. Infine, sempre da un punto di vista della domanda interna, vanno aggiunti altri 70 milioni di mancati incassi derivanti dalla cancellazione delle visite nei 1500 agriturismi che sono anche fattorie didattiche, fruite dai segmenti scuola e famiglia, e concentrate prevalentemente nei mesi di aprile e maggio.
Se non riapre addio a 24mila agriturismi - Occorre riaprire subito i 24 mila agriturismi italiani dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza anti coronavirus, essendo strutture spesso familiari, situate in zone isolate in campagna con un numero contenuto di posti letto e di tavoli. Lo chiede la Coldiretti nell’evidenziare la necessità di una svolta nella Fase 2, visto le stime Ismea che calcolano una perdita complessiva per il settore di circa 970 milioni di euro.
Nel rispetto delle misure di precauzione, secondo la Coldiretti, ci sono tutte le condizioni per riaprire le strutture agrituristiche, dopo la 'dolorosà chiusura forzata che ha fatto saltare il periodo pasquale e i ponti del 25 aprile e del 1 maggio. Oltre al calo della domanda interna e al crollo del turismo internazionale, a pesare nel comparto, segnala la Coldiretti, sono anche le cancellazioni delle cerimonie religiose, dai battesimo ai matrimoni, che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno negli agriturismi; come anche tutte le attività di fattoria didattica per i ragazzi svolte nelle strutture di campagna in collaborazione con le scuole ora chiuse. Coldiretti con Terranostra è impegnata nel realizzare un piano con misure straordinarie di intervento per sostenere tra le attività agricole che risultano tra le più duramente colpite dall’emergenza sanitaria in atto.
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