Sarà firmato da Maurizio Belpietro il numero dell’Unità in edicola domani. Lo comunica il cdr, che parla di «gesto gravissimo». L’Unità, di proprietà di Pessina Costruzioni, non va in edicola da un paio d’anni, ma l’editore è obbligato a pubblicare almeno un numero all’anno per evitare che la testata decada. Il 25 maggio dell’anno scorso il giornale era tornato nelle edicole di Roma e Milano per un giorno. La carica di direttore era stata assunta in quel caso da Luca Falcone.
Il cdr parla di «ultimo affronto alla storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci è arrivato questo pomeriggio all’improvviso e senza alcuna comunicazione al Comitato di redazione da parte dell’amministratore delegato Guido Stefanelli quando in redazione era in chiusura il numero speciale realizzato per evitare la decadenza della testata. Si tratta di un gesto gravissimo, un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle norme contrattuali».
«L'Unità - prosegue la nota -, giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l’Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d’odio. Il giornale sarà domani in edicola con la firma di Maurizio Belpietro ma non con quella di Umberto de Giovannangeli che, componente del comitato di redazione chiamato a lavorare a questo numero speciale, avendo saputo del cambio di direzione soltanto pochi minuti prima che il giornale andasse in stampa ha deciso di ritirarla in segno di protesta».
Conosco gli editori dell’Unità che, siccome dovevano far ritornare il giornale in edicola per un giorno per non far decadere la testata, mi hanno chiesto se potevo firmarla. Pur non condividendo nulla di quanto è mai stato scritto su quel giornale, ho accettato perché è un gesto che serve a garantire la libertà di stampa». Così Maurizio Belpietro spiega la scelta di firmare il giornale. «Il mio è un impegno solo per un giorno - prosegue Belpietro -. Poi, se vorranno provare a rilanciarla in futuro, lo faranno con qualcun altro».
«Perché proprio io? Questo bisogna chiederlo all’editore - prosegue -. Forse perché in questi anni mi sono impegnato a rilanciare le testate, anche fondandone una».
Quanto alle proteste della redazione, Belpietro afferma: «Non capisco perché, non sono intervenuto su quel giornale. Non ho messo una virgola. Capisco che a qualcuno possa dispiacere la mia direzione, ma le cose le hanno scritte loro. Ho solo dato la possibilità al quotidiano di essere in edicola».
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