«Vabbé allora se è morto andiamoci a fare una birra e un panino, ho fame». Queste le parole pronunciate da Giovanni Princi, amico di infanzia di Sacchi e dal 29 novembre in carcere per il tentativo di acquisto di una partita di droga, alla notizia della morte di Luca. Dalle carte dell’inchiesta della Procura di Roma sui fatti del 23 ottobre emergono nuovi elementi, per certi versi agghiaccianti. A riferire le parole di Princi è il padre di Luca, Alfonso Sacchi, sentito come testimone dai pm il 6 dicembre scorso a piazzale Clodio.
«Mio cugino Massimo - fa mettere a verbale il padre del giovane personal trainer ucciso con un colpo di pistola alla testa - mi ha raccontato che quando ho dato la notizia della morte di Luca, Giovanni Princi detto: «Vabbé allora se è morto andiamo a farci una birra e un panino, che sto morendo di fame». Sul rapporto tra Princi e Luca il padre non ha dubbi: l'arrestato lo usava come una sorta di guardiaspalle. «Penso che Princi portasse Luca con se per farsi sicurezza - aggiunge il padre -. Mio figlio era molto alto, in perfetta forma fisica, inoltre era un patito di arti marziali, ciò non di meno, gli ho sempre insegnato la pazienza e l’autocontrollo».
L’attenzione di chi indaga è centrata anche sul ruolo di Anastasia, la fidanzata di Sacchi raggiunta dal provvedimento dell’obbligo di firma sempre per la vicenda dell’acquisto di droga. Il padre di Luca ha raccontato agli inquirenti particolari relativi al conto corrente del figlio. «Il suo conto non era cointestato, ma Anastasia aveva i codici e poteva operare tranquillamente - spiega -. Quando Luca è deceduto le abbiamo chiesto i codici, ma lei me ne ha mandato solo alcuni che non funzionavano. Anche quando abbiamo chiesto i codici per l'home banking e la gestione online della casa vacanza ci ha dato codici che non funzionavano. Tant'è che gli abbiamo dovuti cambiare tutti». Parlando della gestione del conto, Alfonso Sacchi afferma: «Io penso che vi fossero tra i 15 ed i 20 mila euro. Ora ce ne dovrebbero essere circa 16 mila, ma non ho notato movimenti particolari, sospetti o ingenti. L’unico movimento un po' più grande è stato un prelievo di 4 mila euro il 10 ottobre. Ma quel giorno mi servivano duemila euro liquidi per coprire la rata del mutuo e li ho chiesti temporaneamente a Luca, che di fatto ne ha prelevati quattro mila».
Sempre di oggi è poi la diffusione di un audio, la sostanza del cui contenuto era già nota, di un dialogo intercettato tra Valerio Del Grosso e Marcello De Propris alcuni minuti prima dell’omicidio di Sacchi. «Sentimi, sto con un amico mio... bello fulminato... ma se, invece, mi vengo a prendere quella cosa che mi hai detto ieri e glieli levo tutti e settanta? Poi ti faccio un bel regalone», si sente nell’audio diffuso dal Gr1 Rai e depositato dalla Procura di Roma in occasione dell’udienza davanti al Riesame. In sostanza, Del Grosso, autore materiale dello sparo, chiede a De Propris se può andare a prendere da lui la pistola poi utilizzata per uccidere Sacchi. Intenzione di Del Grosso è impossessarsi dei settantamila euro, presenti, secondo l'accusa, nello zaino di Anastasia e che sarebbero serviti all’acquisto di 15 chili di droga.
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