Pg chiede a Corte di valutare la continuazione tra le pene
Sarà la Corte di appello di Bologna a stabilire il destino di Fausto Tonna, ex direttore finanziario di Parmalat e all’epoca braccio destro del patron Calisto Tanzi, che durante le indagini collaborò con gli inquirenti fornendo informazioni utili per comprendere gli artifici finanziari che avevano consentito al gruppo di occultare il proprio stato di insolvenza.
Dopo la pronuncia del 13 settembre della Cassazione, che a distanza di oltre 15 anni dal crac ha condannato Tonna a 6 anni, 9 mesi e 16 giorni nel filone d’inchiesta principale sullo scandalo finanziario del colosso di Collecchio, la Procura generale bolognese ha richiesto un intervento dei giudici per decidere quale sia la pena complessiva del manager. Da questo dipenderà l’ordine di esecuzione e l’eventuale carcerazione.
La Procura generale, facendo seguito anche a un’istanza dalla difesa di Tonna, ha chiesto alla Corte di fissare un’udienza per decidere la pena, valutando la continuazione dei reati. Oltre alla condanna dei giorni scorsi per il crac, a cui si è arrivati solo nel 2019 per vari 'rimpallì tra l’appello e la Cassazione, per cui l’iniziale condanna a 14 anni in primo grado è stata ridotta e alla fine più che dimezzata, si dovranno tenere in conto due patteggiamenti: nel filone "Parmatour", a due anni e sei mesi, e nel processo milanese per aggiotaggio, alla stessa pena. Bisognerà poi calcolare il tutto alla luce dell’indulto e di quanto già scontato come cautelare.
Dopo l’udienza, fissata nel giro di qualche settimana, i giudici decreteranno il cumulo, che non sarà una somma matematica delle condanne, ma una pena presumibilmente ridotta proprio alla luce della continuazione.
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