Come tutte le televisioni e testate giornalistiche del mondo hanno riportato, domenica sera, un aereo della compagnia di bandiera russa «Aeroflot», si è incendiato ed ha compiuto un atterraggio d’emergenza nell’aeroporto moscovita di Sheremetyevo, dal quale era decollato poco tempo prima.
Ma la cosa drammaticamente curiosa è che undici persone di Borgotaro al momento dell’incidente si trovavano a pochi metri dall’aeromobile in fiamme.
Si tratta di una piccola sezione della «Corale lirica Valtaro», composta da otto coristi, il maestro Giovanni Chiapponi e due famigliari aggregati.
Si tratta di Danìla Leoni, Paola Mariani, Donata Dallara, Filippo Galli, Corrado Dodi, Patrizia Coduri (voce solista), Lella Malandri e Giovanna Molinari.
Hanno partecipato, invitati dal «Coro Vallongina» (Piacenza), nella cui formazione si sono perfettamente integrati, ad un importante Concorso Internazionale per Cori.
«Noi, domenica sera, - ci ha spiegato Danìla Leoni – avevamo l’imbarco (sempre con un aereo «Aeroflot»), alle 19,15 locali, diretto a Milano Linate. Circa mezz’ora prima di partire, abbiamo sentito un boato e un mare di persone, che si accalcava verso il vetro del “gate”, da cui si poteva vedere benissimo, a pochi metri da noi, l’aereo che prendeva fuoco. Sembrava quasi volesse entrare».
Altra testimonianza di panico: «L’aereo che dovevamo prendere - ha riferito Patrizia Coduri - era uguale a quello che stava bruciando, per cui siamo saliti, portandoci dietro quelle immagini terrificanti».
Il personale, raccontando una pietosa bugìa, ha rincuorato i nostri amici valtaresi, «dicendo che, in pratica, - ha spiegato Corrado Dodi - non era successo nulla di grave. Mentre i morti (l’abbiamo poi saputo a Milano) erano più di quaranta». E’ stata un’esperienza quindi drammatica, che ha lasciato l’amaro in bocca, dopo giorni di permanenza a Mosca e dopo i diversi concerti affrontati da questi amici.
«Io, la notte scorsa, rivedevo, nella mia mente, ancora questa scena paurosa - ha raccontato Filippo Galli - con la grande colonna di fumo nero e con l’aereo, che pian piano, veniva inghiottito dalle fiamme». Il viaggio di ritorno, comunque è andato benissimo, eccezion fatta per tre quarti d’ora di ritardo. Nessuno, per questo, però, si è lamentato.
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