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Cassazione: no al riconoscimento a figli di due padri

Cassazione: no al riconoscimento a figli di due padri

08 Maggio 2019, 07:36

Per via della legge che in Italia vieta la maternità surrogata, anche nel caso in cui l’utero 'in prestitò sia offerto gratuitamente, le coppie omosessuali che hanno avuto un figlio all’estero nato con questa pratica, non possono ottenere la trascrizione all’anagrafe dell’atto di filiazione del bambino, riconosciuto nel paese straniero non solo dal padre biologico ma anche da quello «intenzionale». Lo hanno deciso le Sezioni Unite civili della Cassazione, sottolineando che per le coppie gay costituite da due uomini rimane aperta la strada dell’"adozione particolare», fermo restando che il padre biologico è padre a tutti gli effetti giuridici. 
Per il Family day e il fronte Pro vita si tratta di una «sentenza storica» frutto delle loro «battaglie», anche se «preoccupa la porta lasciata aperta». Il verdetto, spiegano gli 'ermellinì, «tutela la dignità della gestante e l’istituto dell’adozione». Al centro, il noto caso di Trento dove la Corte di Appello nel 2017 diede il via libera a due padri per i gemellini nati nel 2010 in Canada. Qui, l’utero in prestito è ammesso purchè a titolo gratuito. «Le iscrizioni anagrafiche operate in questi mesi dai sindaci gay friendly come Chiara Appendino - interviene Fratelli d’Italia - sono evidentemente illegali. Chiediamo a Salvini di ordinare ai prefetti di annullarle». «D’ora in poi sarà il Tribunale dei Minori a valutare caso per caso se il compagno del genitore non biologico ha o meno i requisiti per adottare, nel rispetto soltanto dell’interesse dei bambini», plaude Mara Carfagna di Fi. Per il leghista Simone Pillon, è «un colpo al turismo riproduttivo" 
Il 'nò della Cassazione non fa cenno all’omosessualità della coppia trentina nè parla mai di 'famiglia tradizionalè. Anzi, si ricordano pronunce arcobaleno che hanno detto sì al riconoscimento di bimbi nati all’estero da due madri. Ma nel caso delle coppie lesbiche, i piccoli sono legati alle due mamme da un «rapporto biologico» con «ciascuna» di loro «in quanto una lo ha partorito, mentre l’altra ha fornito gli ovuli per il concepimento mediante procreazione medicalmente assistita». Invece i gemellini di Trento hanno un rapporto biologico solo con un padre, quello che ha dato i gameti, ed è «pacifica l'insussistenza di un rapporto biologico con il genitore intenzionale». Il verdetto però - sentenza 12193 - è anche un bicchiere mezzo pieno. Riconosce che nelle coppie dello stesso sesso «il concepimento e la nascita» dei bambini avvengono «in attuazione di un progetto genitoriale» che non è dunque appannaggio esclusivo delle unioni etero. Non cambierà la vita della famiglia di Trento, conclude la Cassazione. Non è «in discussione il rapporto di filiazione con il genitore biologico, ma solo quello con il genitore di intenzione, il cui mancato riconoscimento non preclude al minore l’inserimento nel nucleo familiare della coppia genitoriale nè l’accesso al trattamento giuridico ricollegabile allo 'status filiationis', pacificamente riconosciuto nei confronti dell’altro genitore». Con rammarico, la senatrice dem Monica Cirinnà, madre del ddl sulle unioni civili, nota che «non tutti i Tribunali concedono l’adozione nei tempi rapidi che i minori richiedono». Secondo lo studio legale Schuster che ha seguito il caso di Trento, «il problema, correttamente, è stato inquadrato prescindendo da sesso e orientamento sessuale». 

 

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