"Non dire mai 'a me non accadrà', 'io non lo farei mai', perché la vita sa essere imprevedibile e nessuno è immune da certe cose. Tutto capita anche quello che mai avresti immaginato". Lo scriveva il 10 febbraio l'appuntato dei Carabinieri Luigi Capasso che stamani ha sparato alla moglie e si è barricato in casa con le due figlie. In un altro post del 7 gennaio riportava una citazione: "A volte ti prende la voglia di diventare cattivo, ma purtroppo lo dici ma poi non lo fai, per il semplice motivo che cattivi si nasce". E ancora: "Il tempo e la pazienza possono più della forza e della rabbia". Fino all'escalation del 10 Febbraio, che sembra una frase premonitrice di ciò che è avvenuto oggi.
Strage Latina: legale moglie, l'aveva gia' aggredita
Luigi Capasso, il carabiniere che ha sparato alla moglie Antonietta Gargiulo e ha ucciso le due figlie prima di suicidarsi, aveva già aggredito la donna a settembre scorso. «La signora - racconta il suo avvocato, Maria Concetta Belli - era stata aggredita con urla e schiaffi fuori dal suo luogo di lavoro il 4 settembre scorso. Tre giorni dopo ha presentato un esposto in questura ma non una denuncia in quanto temeva che il suo gesto potesse far perdere il lavoro al marito».
L’episodio di cui parla l’avvocato è avvenuto nei pressi dello stabilimento Findus di Latina, dove Antonietta Gargiulo lavorava. La donna - sempre secondo il racconto del legale - era in pausa ed era all’esterno dell’azienda assieme ad alcuni colleghi quando si è presentato il marito che, davanti agli altri, l’ha aggredita con urla e schiaffi. «Quell'episodio è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso - dice ancora Belli - c'erano stati altri episodi, lui era ossessivo nei suoi confronti e quell'aggressione ha segnato il limite».
Tre giorni dopo dunque, il 7 settembre, Antonietta Gargiulo è andata in questura a Latina e ha presentato un esposto, ma non una denuncia. E un altro, secondo quanto si apprende, lo ha presentato a gennaio al commissariato di Cisterna di Latina, sempre sullo stesso tenore di quello di quattro mesi prima. In entrambi i documenti, però, la donna non avrebbe mai fatto riferimenti specifici ad aggressioni subite ma avrebbe dato solo indicazioni generiche su determinati comportamenti del marito. Entrambe le segnalazioni sono in ogni caso state vagliate senza che emergessero fatti penalmente rilevanti. Dunque si è tentata la strada della ricomposizione bonaria dei rapporti.
Un’altra strada, inoltre, sarebbe stata percorsa anche dagli stessi colleghi di Capasso. Antonietta Gargiulo, sostiene sempre l'avvocato, sarebbe andata più volte dal comandante di Velletri, dove era in servizio il marito, per metterlo al corrente della situazione. E l’ufficiale avrebbe anche parlato con il suo sottoposto senza però ottenere, alla luce di quello che è accaduto oggi, i risultati sperati.
Le figlie uccise nel sonno
Luigi Capasso avrebbe sparato alle due figlie nel sonno. Una delle due bambine sarebbe stata raggiunta da due colpi. Una vicina di casa ha raccontato di «avere ascoltato degli spari attorno alle 6», circa mezz'ora dopo i colpi di arma da fuoco che hanno raggiunto Antonietta Gargiulo, moglie di Capasso, mentre si trovava in garage.
Capasso, secondo una prima ricostruzione, stamani alle 5.30 si è presentato sotto casa e quando ha visto la moglie in garage le ha sparato più colpi di pistola. Poi ha preso le chiavi di casa, sembra dalla borsa della donna, ed è salito in casa. Una volta nell’appartamento ha sparato alle figlie che dormivano nei loro letti. Dopo una trattativa di circa nove ore Capasso si ucciso con un colpo di pistola.
I carabinieri entrati in casa dopo l'ultimo colpo
I carabinieri sono entrati nell’appartamento dove si era barricato l’appuntato Luigi Capasso, «previo nulla osta dell’autorità giudiziaria, quando si è capito che aveva esploso un ulteriore colpo di pistola». Lo rendono noto i carabinieri di Latina, sottolineando che «il personale intervenuto ha potuto solo constatare che l’uomo si era suicidato nel soggiorno, mentre le figlie giacevano, morte ormai da ore, nelle rispettive camere».
Per quanto riguarda, invece, le fasi iniziali della tragedia, al comando provinciale di Latina confermano che «l'appuntato Capasso attendeva nei pressi dei garage che la moglie, come ogni mattina, prendesse l’auto per recarsi al lavoro. Verso le ore 5.20 le ha sparato mentre scendeva la rampa e le ha sottratto la borsa con le chiavi di casa; recatosi nell’appartamento ha ucciso le due figlie quando ancora dormivano».
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