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la guerra in ucraina

L'attacco alla clinica di Mariupol, per la Russia è "una messinscena". Dai colloqui ad Antalya fra Russia e Ucraina nessun vero passo in avanti - In aggiornamento

antalya

10 Marzo 2022, 12:27

L'attacco alla clinica di Mariupol, per la Russia è "una messinscena"

Ore 17:55 - «Una messinscena provocatoria». Così il ministero della Difesa russo ha definito l’attacco alla clinica ostetrica di Mariupol denunciato dall’Ucraina. Lo riferisce Interfax.

Italia e Francia allineate con l'Ue

17: 30 «Ho avuto un lungo incontro con Macron. Italia e Francia sono allineate con l’Ue». Lo dice il premier Mario Draghi.

Kiev, ripristino energia a Chernobyl fake news

16:56 - Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che gestisce le quattro centrali nucleari nel Paese, ha definito «fake news» la notizia annunciata da Mosca secondo la quale esperti bielorussi avrebbero ripristinato la fornitura di elettricità a Chernobyl.

Il ministero dell’Energia russo ha annunciato che gli esperti bielorussi hanno ripristinato la fornitura di elettricità a Chernobyl. Lo riporta il Guardian.
Ore 16:17 - La centrale nucleare rischiava di rimanere senza l’energia necessaria ad attivare i sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio del materiale radioattivo.

Il Presidente ucraino Zelensky ha appena controfirmato la legge che consente il sequestro di proprietà russe in Ucraina.
Ore 16:15 - Il testo, approvato dal Parlamento di Kiev la settimana scorsa, consente all’Ucraina di confiscare le proprietà che appartengono alla Federazione Russa o ai suoi residenti senza alcun compenso.

Putin: "Sanzioni illegittime, la colpa della crisi è dell'Occidente"

Ore a5:54 - «Troveremo una soluzione a tutti i problemi insieme ai nostri partner che non riconoscono le sanzioni». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass, addossando all’occidente la responsabilità della crisi ucraina.

Goldman Sachs intende chiudere le sue attività in Russia, in quella che è una prima per una grande banca di Wall Street in risposta all’invasione in Ucraina.

Ore 15: 51 - Lo riporta l’agenzia Bloomberg. «Goldman Sachs sta chiudendo le sue attività in Russia nel rispetto dei requisiti regolamentari. Siamo concentrati a sostenere i nostri clienti nel gestire i pre-esistenti obblighi sul mercato», afferma Goldman Sachs.

Yad Vashem, il Museo della Shoah di Gerusalemme, ha deciso di «sospendere» la sua partnership con il magnate russo-israeliano Roman Abramovich e quindi le sue donazioni.

Ore 15:24 - «A seguito dei recenti sviluppi - ha spiegato la direzione del Museo citata dai media -è stato stabilito di sospendere la partnership strategica con Abramovich». Il Museo stesso lo scorso 22 febbraio aveva annunciato che il magnate era pronto a donare all’istituzione decine di milioni di dollari. La scelta del Museo segue le sanzioni decise oggi da Londra nei confronti di sei magnati russi, Abramovich compreso.

Sono finora 71 i bambini uccisi in Ucraina dall’inizio della guerra.

Ore 14:36 - Lo ha annunciato Liudmyla Denisova, incaricata dei diritti umani al parlamento di Kiev. «Dall’inizio dell’invasione russa a oggi 71 bambini sono stati uccisi e oltre 100 feriti», ha indicato in un comunicato postato su Telegram.

Metà dei cittadini via da Kiev

Ore 14,05 - Sul terreno, dove si continua a morire, con le sirene antiaereo tornate a suonare a Kiev e il municipio, che parla di metà popolazione fuggita, a invitare i cittadini a nascondersi nei rifugi. Nelle stanze della diplomazia, con il faccia a faccia ad Antalya tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina, Lavrov e Kuleba; il colloquio telefonico tra il presidente russo Putin, quello francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz e le schermaglie tra Cina e Stati Uniti. Nei palazzi della finanza con il Cremlino che studia la nazionalizzazione della aziende estere che lasciano la Russia, il Regno Unito che allarga le sue sanzioni nei confronti di altri 7 oligarchi e alti funzionari russi considerati vicini allo Zar e il colosso energetico Rosneft a ripagare un’obbligazione da 2 miliardi di dollari, più gli interessi maturati. Si gioca su più tavoli e si dipana su diverse direttrici - dalla cruda quotidianità ai minuetti diplomatici e finanziari - il conflitto che vede contrapporsi Russia e Ucraina su uno scacchiere che, dall’Est Europeo si allarga, nelle sue diverse propaggini, a livello planetario con il gigante americano e quello cinese a stendere la loro ombra.
Sul campo a lanciare l’allarme, dopo quello che definisce «l'orrendo attacco all’ospedale di Mariupol, dove un bambino è morto» è l’associazione internazionale 'Save the Children' secondo cui la situazione dei 6,5 milioni di minori rimasti in Ucraina al limite» mentre sono «oltre un milione» i bambini fuggiti nei Paesi limitrofi». I piccoli rimasti a Kiev e nelle altre città ucraine si trovano costretti a «mettersi al riparo in rifugi sotterranei, accompagnati costantemente dalla paura e rischiando ogni istante la propria vita. Con i bombardamenti che continuano a intensificarsi, cibo, acqua pulita e medicine nel paese scarseggiano e potrebbero essere presto inaccessibili per molti bambini e le loro famiglie».
E mentre la vicepremier Iryna Vereschuk sottolinea come «un convoglio umanitario che cercava di raggiungere Mariupol sia stato costretto a fare marcia indietro a causa dei combattimenti in corso», il Cremlino intende chiarire le circostanze relative all’attacco sull'ospedale pediatrico di quella città chiedendo informazioni all’esercito russo: «non abbiamo un’informazione chiara su quello che è accaduto là - puntualizza il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov - l’esercito fornirà probabilmente alcune informazioni» più dettagliate su una vicenda che ha suscitato sgomento a livello mondiale.

Putin ha parlato con Macron e Scholz

Ore 12,35 - Putin ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz sulla crisi in Ucraina. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass. In una telefonata fra Olaf Scholz, Emmaneul Macron e Vladimir Putin, «Germania e Francia hanno chiesto una tregua immediata». E’ quanto si apprende da fonti del governo tedesco. «Scholz e Macron hanno insistito sul fatto che la soluzione a questa crisi debba arrivare dalle trattative fra Ucraina e Russa». I tre leader hanno inoltre deciso di sentirsi di nuovo nei prossimi giorni. 

Gli occhi del mondo restano puntati - con il fiato sospeso - su Antalya, la città turca teatro del vertice trilaterale tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, l’omologo ucraino Dmytro Kuleba e il capo della diplomazia di Ankara Mevlut Cavusoglu. Uno snodo considerato cruciale nell’evoluzione del conflitto in corso tra Russia e Ucraina che non sembra avere portato ad un concreto avvicinamento tra le parti, mentre sul terreno si continua a morire. Al momento il futuro del conflitto resta ancora più che nebuloso.


«Vogliamo che l’Ucraina sia neutrale - ha detto Lavrov al termine del faccia a faccia - non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato». Ad ogni modo, ha chiarito, la Russia vuole continuare il dialogo e «il presidente Putin non ha mai negato contatti», ma il governo ucraino «continua a sostituire il vero problema con effetti speciali».


«Ci sono tante iniziative del governo ucraino - ha detto ancora Lavrov - ma sono effetti speciali. Putin non rifiuta un incontro tra presidenti ma bisogna fare prima tutto un lavoro preparatorio. L’Ucraina ci ha detto che ci darà risposte concrete, noi attendiamo». E, in attesa, il responsabile della diplomazia di Mosca ha «confermato che l’iniziativa di aprire dei corridoi umanitari quotidiani in Ucraina resta sempre valida».
Parole, quelle di Lavrov - che ha anche affermato che l'operazione speciale in Ucraina sta andando secondo i piani - cui l’omologo ucraino Kuleba ha replicato senza fare sconti. Il suo Paese, ha spiegato, «non si arrenderà» alle forze russe. «Sul cessate il fuoco di 24 ore non abbiamo fatto progressi - ha aggiunto - sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia» e anche sull'apertura dei corridoi umanitari da e per Mariupol, «sfortunatamente Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi».


Corridoi umanitari - dieci sono quelli individuati da Kiev per evacuare i civili ucraini assediati - fondamentali per aiutare la popolazione in fuga dal Paese: secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite sono oltre 2,3 milioni le persone fuggite dall’Ucraina verso i Paesi confinanti da quando è iniziata l’invasione russa: tra questi, 112mila sono di Paesi terzi, persone che «hanno bisogno di supporto umanitario vitale e di protezione».
Proprio su questo versante la presidenza ucraina ha lanciato un appello affinché donne e bambini a Kharkiv, Donetsk e Luhansk lascino le loro regioni, diventate ormai troppo pericolose. «Per coloro che hanno bambini o donne, in particolare nelle regioni di Kharkiv, Donetsk, Luhansk, è meglio andarsene - ha osservato Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell’ufficio del presidente - queste sono città di aspre battaglie militari e non c'è niente da fare per i civili»,
Mentre le sirene antiaereo sono tornate a suonare a Kiev con il municipio che sul suo canale Telegram, invita i cittadini a nascondersi nei rifugi.

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