PROCESSO AEMILIA
«Mio padre condannato senza una prova. Non mi fermerò». Sono le parole di Vincenzo Iaquinta, l'ex calciatore della Juventus e campione del mondo nel 2006 con la Nazionale, scritte sulla sua pagina Instagram commentando la sentenza di Cassazione di "Aemilia", il maxiprocesso contro la 'ndrangheta, che ha confermato i 13 anni di condanna emessi in Appello nei confronti del padre Giuseppe, per associazione mafiosa.
«La storia ci insegna che la mafia è una cosa seria, la lotta alla mafia è una cosa seria! 13 anni di condanna a mio padre fanno capire che lo Stato non ha interesse a combatterla», scrive l’ex atleta con l’hashtag #giuseppeiaquintainnocente e mostrando una foto di suo padre che tiene in mano la Coppa del Mondo con una scritta a corredo: «Papà, mafiosi sono loro! Orgoglioso di te sempre». E infine ancora: «La legge è uguale per tutti. Per favore togliete quella scritta. Aemilia processo politico mediatico».
Nel procedimento "Aemilia", Vincenzo, Iaquinta era stato condannato in primo grado, con conferma in Appello, a due anni con la condizionale per irregolarità nella custodia di armi. L'ex calciatore non aveva fatto ricorso in Cassazione.
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