Un patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. A siglarlo, insieme a tutte le parti sociali e le componenti della società regionale già riunite nel Patto per il Lavoro e per il Clima - ossia Enti locali, sindacati, imprese, mondo della scuola e delle professioni, Università, Terzo settore e Camere di Commercio - è la Regione Emilia-Romagna con «l'intento di anticipare e gestire il cambiamento nel contesto della transizione verde, digitale e demografica; educare alla cultura del lavoro dignitoso e della sicurezza a partire dalla scuola; assicurare alle persone, dal primo giorno di lavoro e lungo tutto l’arco della vita lavorativa, le competenze che permettano di prevenire, ridurre fino ad eliminare i fattori di rischio».
Il nuovo documento - viene spiegato dalla Stessa Regione - punta anche «a contrastare il lavoro irregolare, la precarietà, l'utilizzo non legittimo di contratti precari, le pratiche di appalto elusive della normativa nonchè l’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti e nei subappalti, a partire da quelli pubblici».
Tra i vari interventi, previsti dal patto, spiccano la «qualificazione della formazione obbligatoria nei percorsi formativi finanziati dalla Regione rivolti agli inoccupati e ai disoccupati; l’attivazione di un piano straordinario di alfabetizzazione alla lingua italiana quale condizione per i lavoratori immigrati per comprendere i propri diritti e doveri; la garanzia di una tempestiva attuazione agli adempimenti in materia di formazione obbligatoria"; l’attivazione di nuovi strumenti contro false cooperative e false srl e l’estensione delle white list, gli elenchi di aziende in regola».
Dall’intesa emerge, ancora, come sia «necessario fare più controlli: assumendo nuovi ispettori e formando profili specifici; reimpiegando le risorse derivanti dalle sanzioni per finanziare la prevenzione nei luoghi di lavoro e promuovendo la nascita di Nuclei interforze per la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, legalità e qualità del lavoro, che coordini tutti i soggetti in campo, dagli organismi di vigilanza del sistema sanitario alle Forze dell’ordine».
Il Patto, infine prevede istituire Tavoli provinciali sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
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