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A scuola senza cellulare, scommessa alle scuole Malpighi di Bologna

A scuola senza cellulare, scommessa alle scuole Malpighi di Bologna

14 Settembre 2022, 18:57

Cellulari e smartphone banditi durante tutto il corso delle lezioni, ricreazione compresa. Nonostante gli iniziali malumori di alcuni studenti soprattutto dell’ultimo anno, tira dritto la rettrice delle scuole Malpighi di Bologna, già sottosegretaria all’Istruzione durante il governo Monti, Elena Ugolini. Il divieto, appena entrato in vigore, è rivolto anche agli insegnanti, invitati a lasciare i loro telefoni «in aula docenti o in borsa», mentre gli studenti dovranno riporlo tutte le mattine «all’interno di una cassettiera chiusa a chiave», con promessa di restituzione solo a lezioni concluse.
«Questa mattina sono stata tra i corridoi della scuola durante la ricreazione - racconta Ugolini all’ANSA - ed è stato uno spettacolo vedere che finalmente non ci sono 530 ragazzi con gli occhi piegati sui loro smartphone a mandare dei messaggi o vedere TikTok, ma 530 ragazzi che parlano tra loro, fanno merenda, si raccontano che cosa è accaduto nelle ore prima. Loro sono dipendenti dagli smartphone e questa dipendenza li porta sempre da un’altra parte, non riescono a vivere l’esperienza della bellezza degli sguardi e del vivere insieme». «Non sono io a dirlo, diversi studi di neuropsichiatria ed evidenze scientifiche lo dimostrano», argomenta.
«Noi facciamo un grande danno ai nostri figli e ai nostri studenti quando li lasciamo continuamente in balia di certi strumenti - insiste - e il danno è che passano dal desiderio alla dipendenza, non sono più liberi, sono meno creativi». «Basti pensare che noi in media attiviamo il nostro cellulare 84 volte al giorno e digitiamo per 2.700 volte al giorno, è chiaro che viviamo sempre in questa dimensione». «Questo non vuol dire - sottolinea - rinunciare alla tecnologia: in classe abbiamo computer e abbiamo laboratori, ma le tecnologie devono essere un potenziamento delle esperienze che si fanno in presenza, non devono servire a costruire un luogo dove ciascuno è per conto proprio disperso nella rete».
«Se si pensa di delegare a un divieto la corretta educazione all’uso del cellulare e del digitale in generale, la proibizione sarà fallimentare», avverte il presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna Gabriele Raimondi, che chiarisce: «Se invece la decisione si inserisce in un percorso più ampio di educazione alla consapevolezza, la questione cambia». Per Francesco Camporesi, insegnante di Matematica al liceo Malpighi intervistato dall’ANSA, «gli scorsi anni c'erano ostacoli all’apprendimento dovuti ai cellulari in classe. Sicuramente questa iniziativa non fa male, ma se possa aiutare a risolvere il problema lo vedremo quest’anno».

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