GIORNALISTI
Sei giornalisti non dipendenti su dieci sono «molto insoddisfatti» delle proprie condizioni di lavoro. In tanti non possono chiedere rimborsi per le prestazioni effettuate e quasi la metà ha subito riduzioni di compenso unilaterali. Uno su tre subisce un danno previdenziale dal proprio editore per uno scorretto inquadramento, mentre gli altri sono Cococo e Partite Iva con redditi da lavoro povero. Otto professionisti dell’informazione su dieci sono «monocommittente» e il 35% usa mezzi aziendali nonostante il lavoro sia «autonomo».
Questi sono alcuni dei dati che sono emersi dal Precariometro, un’analisi realizzata da Clan-Fnsi ed elaborata da Attraverso lo schermo, grazie ad un questionario, compilato da da 277 giornalisti tra marzo 2021 e 3 novembre 2022, che sarà uno degli spunti di riflessione e dibattito del congresso della Federazione nazionale della Stampa, il sindacato dei giornalisti italiani, in programma a Riccione dal 14 al 16 febbraio.
L’indagine è stata presentata a Bologna dal segretario nazionale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il presidente dell’Associazione stampa Emilia-Romagna, Matteo Naccari (Aser) e da Mattia Motta (presidente Clan-Fnsi). E proprio le difficoltà del lavoro giornalistico saranno al centro del 29esimo Congresso Fnsi dal titolo 'Informazione è Democrazia'. Parteciperanno 312 giornalisti delegati dalle associazioni stampa di tutte le regioni italiane che dovranno eleggere il nuovo segretario nazionale e rinnovare tutti gli organi della Fnsi.
Per Lorusso, a fronte di troppa precarietà, occorre un intervento del governo e degli editori. «La controparte datoriale scappa - ha sottolineato il segretario Fnsi - questo tipo di atteggiamento non è più accettabile» ed è necessario «costringere gli attori a stare al tavolo. Ma senza un’adeguata attenzione al tema dell’informazione, la democrazia rischia di morire».
Nel mondo dell’editoria «c'è tanto lavoro autonomo, ma è troppo di facciata, composta dai 'braccianti dell’informazionè o 'rider delle notiziè», ha osservato Mattia Motta, presidente Clan Fnsi. «E' un tema al quale governo deve dare risposte e anche gli editori - ha aggiunto - perchè non devono utilizzare il lavoro autonomo solo per ridurre il costo del lavoro e aumentare le pressioni nelle redazioni. Il lavoro autonomo deve portare valore aggiunto all’informazione italiana e non come oggi una giungla di precariato».
Soddisfazione anche da parte di Matteo Naccari, presidente dell’Aser, che ha ricordato come il congresso Fnsi di Riccione e «sarà un momento di riflessione importante sul tema dell’informazione e della democrazia che toccherà tutto il mondo dell’editoria».
«Ospitare il congresso a Riccione è una grande soddisfazione soprattutto per i giornalisti dell’Emilia-Romagna - ha osservato il presidente Aser Matteo Naccari - perchè è una regione molto presente nel panorama dell’informazione italiana sia dal punto di vista dei gruppi editoriali, sia per numero di giornalisti attivi sul territorio. E’ importante che vengano lanciati messaggi sul futuro della professione alla categoria proprio dall’Emilia-Romagna».
Al congresso parteciperanno, tra gli altri, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in rappresentanza della presidenza del Consiglio e il senatore Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio. Sarà presente anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, oltre ad esponenti delle forze politiche e dei sindacati (annunciata la presenza del segretario della Cgil Maurizio Landini). Porterà i saluti del Comune di Riccione la sindaca Daniela Angelini.
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