testimonianza
«Dei 59 ospedali di base nella capitale» del Sudan, Khartoum, e negli Stati federali sudanesi «adiacenti alle aree di conflitto, 39» sono «fuori servizio": nove perché «sono stati bombardati e 16» dopo essere «stati evacuati forzatamente». Lo riferisce dalla notte scorsa su Facebook il sindacato nei medici sudanese «Ccsd» aggiungendo che nella medesima zona di conflitto fra esercito e paramilitari ci sono altri 20 ospedali che «rischiano di essere chiusi per mancanza di personale medico» e vari tipi di forniture tra cui quella di corrente elettrica.
"Noi siamo ancora attivi - spiega il cardiologo parmigiano Franco Masini, "medical coordinator" per Emergency del Centro Salam di Khartoum, uno dei 4 centri che forniscono assistenza sanitaria gratuita - . Ieri le due parti avevano concordato 24 ore di tregua a partire dalle 18, ma sparano più di prima per il ponte sul Nilo che si stanno contendendo. Nelle vicinanze c’è anche il nuovo compaund dei servizi segreti costruito dai cinesi".
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