Esodo
Franco Masini all'ospedale di Khartoum (Foto d'archivio)
Sono 7 gli operatori di Emergency che hanno scelto di tornare in Italia con il convoglio di evacuazione organizzato dall’ambasciata italiana. Tre di loro avevano già programmato il rientro, ma erano stati bloccati nel Paese dall’inizio degli scontri. Altri 46 operatori internazionali di Emergency, invece, hanno deciso di rimanere in Sudan dove proseguiranno il loro lavoro negli ospedali di Khartoum, Nyala e Port Sudan.
“Sono giorni estremamente difficili e di grande tensione a Khartoum, ma abbiamo deciso di rimanere qui per gli 81 pazienti in cura nel nostro ospedale. Non possiamo abbandonarli perché rischierebbero la vita – spiega il chirurgo parmigiano Franco Masini, medical coordinator del Centro Salam di cardiochirurgia di EMERGENCY a Khartoum –. Tuttora molti colleghi dello staff sudanese non possono tornare a casa per motivi di sicurezza e stanno dormendo in ospedale per dare continuità di cura a pazienti ricoverati.”
"Io, comunque, resto - conferma Masini alla Gazzetta di Parma -. Alla fine, sono partiti dal Salam in 7 e per fortuna sono arrivati sani e salvi al punto di raccolta del personale italiano. C’era preoccupazione su quello che poteva accadere lungo la strada".
“Finora, nessuna delle nostre strutture e nessuno del nostro staff è stato attaccato o minacciato direttamente. Ognuno ha deciso individualmente se lasciare l’ospedale sulla base della valutazione delle precarie condizioni di sicurezza della capitale e dei bisogni dei pazienti - aggiunge Muhameda Tulumovic, coordinatrice del Programma di EMERGENCY in Sudan -. Oggi rimane chiuso il Centro pediatrico di Mayo, alle porte della capitale, dove non avremmo potuto garantire nessuno standard di sicurezza né per lo staff, né per i pazienti. Abbiamo ripreso il lavoro a Nyala, nel Sud Darfur, dove negli ultimi giorni i combattimenti si sono affievoliti. Anche nel nostro Centro pediatrico di Port Sudan stiamo continuando le attività, ma lì la situazione è sempre rimasta sotto controllo.”
Emergency è presente in Sudan con il Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum e con i centri pediatrici di Mayo (Khartoum), Nyala (Sud Darfur) e Port Sudan dove offre cure gratuite ai minori di 14 anni.
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