×
×
☰ MENU

EGITTO

Patrick Zaki è stato rilasciato: "Voglio tornare in Italia. Grazie a Bologna, all'Università, alla mia gente" - Fotogallery

L'Egitto: "La grazia a Zaki è l'apprezzamento di al-Sisi per l'Italia". Tajani: "Nessun baratto con il caso Regeni"

20 Luglio 2023, 09:13

Patrick Zaki è uscito dall’edificio della Direzione di polizia di Nuova Mansura (dopo la condanna ha ottenuto la grazia presidenziale in Egitto). Zaki è uscito poco dopo mezzogiorno (ora italiana): lo ha constatato l'Ansa sul posto. 
Appena liberato, dopo aver stretto la mano a un uomo della sicurezza in maglietta a righe al limitare di una serie di transenne, Patrick Zaki ha abbracciato per vari secondi la madre Hala, poi la fidanzata Reny Iskander, la sorella Marise e il padre George. 

«L'uso da parte del presidente (egiziano Abdel Fattah) al-Sisi della sua autorità costituzionale per concedere la grazia presidenziale è un apprezzamento (...) personale per la profondità e la forza delle relazioni italo-egiziane, e la rapidità della grazia ne è la migliore prova, in particolare poiché è avvenuto meno di 24 ore dopo l’emissione della sentenza definitiva»: lo ha dichiarato, in un messaggio all’Ansa, l’ambasciatore egiziano a Roma, Bassam Rady, riferendosi all’atto di clemenza del capo di Stato dell’Egitto nei confronti di Patrick Zaki. 

"Voglio tornare in Italia prima possibile"
«Ora sono libero, penso a tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto": lo ha detto Patrick Zaki ai giornalisti nei pressi della Direzione di polizia di Nuova Mansura subito dopo essere stato rilasciato. «Sto pensando a ritornare a Bologna, ad essere con i miei colleghi all’università», ha detto ancora il neolaureato dell’Alma Mater. «Ora torno al Cairo», ha detto ancora incalzato da domande. «Direttamente?», gli è stato chiesto dall’ANSA (ossia senza passare per Mansura, dove la famiglia ha una casa): «Il Cairo», si è limitato a rispondere Zaki. 
«Un grazie a Bologna, un grazie all’Università, al rettore, a chiunque lì, alla mia gente a Bologna. Sono parte della comunità di Bologna, appartengo a loro, sicuramente», ha detto Zaki ai giornalisti. «Sono veramente contento per quello che hanno fatto per me da anni», ha aggiunto. «Hanno dimostrato un vero impegno nei confronti del mio caso e adesso sono libero», ha detto ancora il giovane.

L'attesa dei genitori in mattinata 
La madre di Patrick Zaki, parlando all’agenzia Ansa all’esterno della Direzione di polizia di Nuova Mansura, ha detto di prevedere che il figlio venga rilasciato «fra un po'» e direttamente da questo edificio senza ulteriori passaggi procedurali né a Gamasa né a Mansura. La signora Hala Sobhy non ha voluto precisare meglio, ma ha dato l'impressione di escludere l’informazione che il rilascio avvenga nel pomeriggio. La donna è con George, il padre di Patrick, entrambi in attesa in piedi accanto ad alcune auto. 
Alla domanda dell’Ansa «a che ora sarà rilasciato?», la donna - poco prima delle nove e mezza locali (le otto e mezza in Italia) - ha risposto: «La polizia non ha detto esattamente a che ora sarà rilasciato, ma tra poco - mezz'ora, un’ora, hanno detto - le procedure saranno completate subito e sarà rilasciato».
«Naturalmente siamo molto felici; la situazione è cambiata di 180 gradi, ringraziamo Dio», ha aggiunto la cristiana Hela rispondendo a una domanda su questa «svolta» della grazia del presidente Abdel Fattah al-Sisi per il figlio. 

"Non è stato in cella ma in una stanza"
Nella Direzione di polizia di Nuova Mansura, Patrick Zaki non è stato rinchiuso in alcuna cella di sicurezza ma ha dormito in una stanza per gli ufficiali: lo ha riferito all’ANSA la madre del ricercatore condannato e appena graziato sottolineando che «non ci sono celle qui».
La donna ha riferito inoltre di aver potuto visitare il figlio «il primo giorno», quindi l’altro ieri, quello della condanna e poi non più. Avrebbe dovuto vederlo oggi ma, vista la grazia presidenziale, «ormai aspetto che esca». Un poliziotto le ha rivelato che Patrick sa di essere in «grazia presidenziale». A Nuova Mansura, come ha constato l’ANSA, sono arrivate anche la sorella Marise, la fidanzata Reny Iskander e l’amica Yousra El Klesly. 

Tajani: "Nessun baratto con il caso Regeni"
«Nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Il governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane ricercatore che rischiava di stare ancora un pò di tempo in carcere. Noi siamo riusciti a ottenere questo risultato. Poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24 su un presunto baratto tra la liberazione di Patrick Zaki e il caso Regeni. Per quanto riguarda Regeni, ha aggiunto, «continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda come abbiamo sempre fatto, abbiamo messo sullo stesso piano le due questioni». 

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI