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EMERGENZA IN PIEMONTE

Un'altra colata di detriti in Valle di Susa, chiusa una strada. Bardonecchia, l'acqua potabile arriva con le autobotti - Foto

15 Agosto 2023, 13:05

Un’altra colata detritica in Valle di Susa, una trentina di chilometri più in basso rispetto a Bardonecchia. E’ caduta - informa la Città metropolitana di Torino - a Giaglione (Torino) sulla strada provinciale 255 della Val Clarea, che è stata chiusa al traffico.
A causare la colata «le forti piogge». La colata «dall’alveo di un rio laterale - spiega la Città Metropolitana - si è riversata sulla strada. I mezzi della Città metropolitana di Torino e delle ditte incaricate sono intervenuti nella notte per aprire un varco e consentire il passaggio, al momento necessariamente limitato, ai mezzi di servizio». 

Bardonecchia, due autobotti per l'acqua potabile 
Ferragosto di lavoro a Bardonecchia per ripulire le strade e ripristinare i servizi danneggiati dalla colata di fango e detriti che ha sommerso una parte della città valsusina nella serata di domenica.
Per rifornire di acqua potabile chi è rimasto senza per la sospensione dell’erogazione in alcune zone, a Bardonecchia ci sono due autobotti, una da ieri in piazza De Gasperi, un’altra, in arrivo oggi, in piazza Statuto.
«Si sta continuando a lavorare per risolvere i problemi legati all’emergenza idrica - informa un messaggio pubblicato dal Comune sui canali social - ma ci sono ancora diverse segnalazioni di disagi, in particolare nella parte bassa di Bardonecchia». 

Geologi al lavoro sul percorso della colata di fango 
A Bardonecchia geologi al lavoro per indagare le cause che hanno scatenato la colata di fango che si è riversata su una parte della cittadina creando gravi danni. Appurato che è stata «una cella temporalesca caratterizzata da una certa stazionarietà e da intensità elevate» la «principale causa di innesco della colata detritica - spiega Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) - restano da verificare eventuali concause secondarie». Si indaga, quindi, sull'«innesco di frane superficiali confluite nel reticolo idrografico del bacino, o ad apporti idrici supplementari provenienti da rilasci d’acqua da tasche potenzialmente presenti nel nevaio sito in testata di bacino».
Sono quindi stati programmati «sopralluoghi di approfondimento» da parte degli esperti. 

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